Visual merchandising, il negozio fisico “sfida” gli acquisti online

L'allestimento natalizio di "Pasta fresca Valeria" a Narni

Nei punti vendita non una semplice esposizione di merce, ma una “narrazione” in grado di coinvolgere ed emozionare habitué e nuovi clienti

Marketing, psicologia, arte, design. Vaste le risorse al servizio del retail, con un raddoppio degli sforzi proprio durante il Natale, vero banco di prova per capire se tutto ha funzionato a dovere
Molte le opportunità di lavoro per gli esperti del settore, con un incremento delle richieste nelle ultime settimane

Il commercio tradizionale, come noto, è messo a dura prova dalla forte crescita degli acquisti online che – secondo gli ultimi dati Unioncamere e Infocamere – ha portato alla chiusura di 9mila negozi in cinque anni. Anche se la corsa agli acquisti di Natale sta facendo registrare un’ inversione di tendenza per i cosiddetti negozi di prossimità.  

Nuovi stili di vita, nuovi prodotti e servizi, ne stanno cambiando completamente la fisionomia.  Innovazioni tecnologiche conferiscono maggiori opportunità allo sviluppo del retail, a partire dal sito web e profilo social dedicati, ormai imprescindibili.  Ma a dar manforte arrivano i carrelli virtuali, i negozi senza casse, la possibilità di spese intelligenti e personalizzate, le vetrine interattive e i camerini “parlanti” – come emerge dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano

VISUAL MERCHANDISING – La proposta del negozio fisico pertanto dovrà sempre più tener presente che l’esperienza di acquisto è strettamente legata non più, o meglio, non solo al bisogno, ma soprattutto alla soddisfazione di un desiderio. È proprio questo il ruolo del visual merchandiser. Un professionista che oltre ad avere sensibilità artistica e culturale, possiede conoscenze di marketing, psicologia, accanto a basi tecniche di teoria del colore, illuminotecnica, capacità online e offline  – come è ben spiegato anche dall’Accademia del lusso, scuola di moda e design.

La disposizione degli articoli in base al colore e alle caratteristiche, il sottofondo musicale, profumazione ad hoc e magari un’area food a tema. Tutti i sensi sono stimolato per indurre all’acquisto. Nel visual merchandising nulla è lasciato al caso e le festività natalizie (uno dei periodi dell’anno in cui si concentrano maggiormente le vendite) sono un ottimo banco di prova per capire se tutto ha funzionato a dovere.

Soprattutto in determinati momenti quindi, il negozio deve essere il più possibile interessante e coinvolgente. Serena Rizzi, manager e docente di visual merchandising, su Prospettive Creative sottolinea, infatti, che “E’ importante innanzitutto considerare il fatto che il cliente a Natale compra emozionalmente e non razionalmente. Qui il fattore atmosfera gioca un ruolo fondamentale. Occorre lavorare sulle percezioni sensoriali – aggiunge – in modo da stimolare le emozioni positive”.

Tener conto dell’elemento tempo. “Il cliente a Natale ha fretta. L’operazione regali spesso è fonte di stress. L’acquisto di Natale, a differenza di quello che accade in tutto il resto dell’anno, non è rimandabile. Ecco allora che diventa importante – sottolinea Rizzi – strutturare il negozio in maniera tale che il consumatore non si trovi spaesato, ma possa avere la certezza di trovare il regalo che cerca nel minor tempo possibile. Ciò va a vantaggio anche del negoziante, che ottimizza così il tempo dedicato alla vendita”.

COSA FA UN VISUAL MERCHANDISER

E proprio quella del visual merchandiser, oltre agli addetti alle vendite, ai promoter, ai magazzinieri, agli autisti ed ai rider, è tra le figure professionali più ricercate nel mondo del lavoro per il Natale 2023 – secondo l’ultima rilevazione di Assolavoro Datalab, l’Osservatorio dell’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, su dati interni al settore e su fonti terze qualificate (Excelsior, Linkedin, Trovit, Indeed).

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