Il post-emergenza potrebbe essere caratterizzato da una tipologia di lavoro cosiddetta “ibrida” fatta eccezione per i dipendenti pubblici che, entro il 15 ottobre, dovranno tornare a lavorare tutti in presenza o quasi
Non più una gestione emergenziale ma ufficiale e regolamentata. Per lo smart working si starebbe avvicinando un nuovo step. La fine dello stato di emergenza a causa della pandemia da Covid-19 è fissata al 31 dicembre. Tra le soluzioni adottate fin dalle primissime fasi per contrastare il propagarsi del virus, il lavoro a distanza ha avuto un ruolo da protagonista.
A questo punto la fase degli “apprendisti stregoni” starebbe per cedere il posto a quella della “maturità” che richiede regole per evitare il ‘far-west’. Ciò che appare evidente è che l’idea tradizionale del lavoro d’ufficio con un calendario ben definito di giorni, orari e, soprattutto, un unico luogo da raggiungere fisicamente per portare avanti la propria attività, subirà dei cambiamenti.
Il post-emergenza, infatti, potrebbe essere caratterizzato da una tipologia di lavoro cosiddetta ibrida: una parte in presenza e una parte da remoto, fatta eccezione per i dipendenti pubblici che entro il 15 ottobre, dovranno tornare a lavorare in presenza.
Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta proprio in questi giorni ha infatti spiegato che dopo il 15 ottobre i dipendi pubblici torneranno in presenza seppur con gradualità: i primi saranno coloro che lavorano agli sportelli, poi gli addetti al back office, parallelamente le amministrazioni centrali e periferiche.
Tuttavia, quando saranno delineate ufficialmente le condizioni per uno smart working che – secondo le note diffuse dal dipartimento della funzione pubblica – partirà da gennaio, ogni amministrazione avrà la possibilità di organizzarsi sulla base del contratto e della volontà individuale dei lavoratori stessi.
Con lo smart working le attività non cambiano nome ma, grazie all’uso delle nuove tecnologie, possono essere svolte diversamente, per rispondere così ai nuovi modi di produrre valore.
Non solo competenze tecniche, professionali, relazionali e gestionali. In questo nuovo scenario saranno fondamentali anche abilità informatiche e digitali, per poter comunicare con colleghi, utenti o clienti, ad esempio ma anche per l’uso dei social network e in generale per svolgere al meglio il proprio incarico in luoghi di lavoro in cui il tempo e lo spazio assumono forme diverse dal solito.