Una nuova sfida si presenta nella già lunga ed estenuante lotta al Covid-19. Un nuovo passo che ormai tra poche ore vedrà all’opera lavoratori e datori di lavoro. Da venerdì 15 ottobre 2021, infatti, scatta l’obbligatorietà del green pass sia nel pubblico che nel privato.
I fatti di Roma del 9 ottobre e tutte le proteste scoppiate in molte altre piazze italiane contro il green pass e poi ancora la corsa al vaccino o ai tamponi, le farmacie sovraccariche, il caos nelle imprese di autotrasporto. Cresce il clima di tensione ed incertezza.
Ci sarà bisogno di tutto l’impegno, la determinazione e il coraggio da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori che, parafrasando il titolo della celeberrima pellicola di John Milius, vivranno non solo un giorno ma settimane, altre settimane da leoni per uscirne vincitori
Da venerdì 15 ottobre e fino al 31 dicembre 2021 (termine dello stato di emergenza) è obbligatorio esibire il green pass per andare al lavoro sia in ambito pubblico che in quello privato. È considerato assente ingiustificato chi non ne sarà in possesso. Il certificato verde, come è noto, lo ottiene chi si sottopone al vaccino anti Covid-19. L’alternativa è il tampone che deve essere eseguito ogni 48 ore ed è rilasciato, in formato cartaceo o digitale, dal ministero della salute. Intanto salta il limite di 48 ore di anticipo per i controlli. Le aziende, infatti, potranno richiederlo in base alle esigenze organizzative
Incremento di prenotazioni nelle farmacie
“L’obbligo di Green pass anche per accedere nei luoghi di lavoro ha fatto registrare un forte incremento di prenotazioni di tamponi nelle farmacie” – comunicano da Federfarma – in molte città italiane le agende delle farmacie sono già piene di appuntamenti fino a dicembre. Molte persone preferiscono prenotare nelle prime fasce orarie della giornata, prima di recarsi al lavoro”.
Cresce la tensione
Con l’avvio dell’obbligatorietà per il certificato verde, sale la tensione e la preoccupazione nel governo soprattutto dopo i gravi fatti di Roma e in generale le proteste divampate in molte piazze italiane ad opera di chi si dice contrario al Dpcm. Timori anche e soprattutto per una possibile paralisi di alcuni comparti con conseguente caos per il trasporto delle merci.
Più di 70 milioni al giorno è quanto il green pass riverserà sulla testa delle imprese di autotrasporto. Secondo il calcolo di Trasportounito i costi maggiori costi deriveranno dalla mancata produttività degli autisti che non saranno più impiegabili (e non sostituibili per carenza di personale). “Mancheranno all’appello circa 80.000 conducenti distribuiti su 98.000 imprese iscritte all’albo; ciò determinerà ritardi delle consegne, circa 320.000 ore/giorno in più rispetto allo standard giornaliero” – ha dichiarato il segretario generale Maurizio Longo.
La pazienza e la forza d’animo dei lavoratori
Quella che si prepara è dunque una vera sfida che richiederà determinazione, pazienza e forza d’animo, sia da parte dei lavoratori che dei datori di lavoro molti dei quali si sono già attrezzati per fronteggiare al meglio la situazione a partire da domani. Sarà dunque un venerdì da “leoni”, parafrasando il titolo del celeberrimo film (Un mercoledì da leoni) del regista statunitense John Milius. In quella straordinaria pellicola la spensieratezza e la forza di tre giovani surfisti si trova a fare i conti con una dura realtà.
Siamo ai titoli di coda?
Noi con la dura realtà ci stiamo scontrando drammaticamente e collettivamente dal 9 marzo 2020, quando l’allora presidente del consiglio, Giuseppe Conte, annunciò l’inizio del lockdown in Italia. L’auspicio di tutti a questo punto, è chi si stia assistendo alle fasi finali. Qualcuno intravede i titoli di coda, che dire? Proviamo a dargli fiducia.