Il Pnrr, prevede progetti che mirano a perseguire la doppia transizione digitale ed ecologica, in molti si sono già messi all’opera per evolvere in tal senso ma ciò che spesso ancora manca, sono le competenze adeguate
Organizzazioni smart e soft skill, ossia attitudini di tipo cognitivo e sociale dovranno affiancare le abilità tecniche, ecco di cosa ci sarà sempre più bisogno secondo gli esperti
La questione è tornata sotto i riflettori anche in occasione della Giornata internazionale della Terra, istituita proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi legati alla salvaguardia del nostro Pianeta
Stando ai risultati della Global Investor Survey 2023 di PwC, Sondaggio globale sugli investitori 2023 | PwC l’indagine realizzata intervistando 345 investitori e analisti di tutto il mondo – Gli addetti ai lavori identificano il cambiamento tecnologico come il fattore che più probabilmente influenzerà il modo in cui le aziende creano valore nei prossimi tre anni, al tempo stesso, tre quarti degli intervistati affermano che il modo in cui le aziende gestiscono i rischi e le opportunità legati alla sostenibilità rappresenta un fattore importante nel loro processo decisionale di investimento.
A CHE PUNTO SIAMO?
“L’approccio combinato alla transizione green e a quella digitale mostra effetti positivi significativi sulla performance delle imprese”- si legge nel Rethinking Competencies in Twin Transitions, il nuovo report di Intesa Sanpaolo, realizzato da Look4ward (l’Osservatorio permanente sulle competenze del futuro che l’istituto di credito conduce in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli e in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed) per individuare la necessità di nuove competenze e di rigenerazione di figure professionali in ambiti caratterizzanti per il Paese. Il rapporto prende in considerazione studi recenti, secondo cui “ le imprese che hanno adottato comportamenti tendenti al perseguimento congiunto della transizione digitale e di quella ecologica, potranno mostrare in futuro una performance superiore alle imprese che non hanno adottato tali pratiche (Brahamana e Contesa, 2021)”.
COME CAMBIA IL MERCATO DEL LAVORO TRA COMPETENZE GREEN, DIGITALI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Dalle previsioni di Unioncamere e Anpal su Fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028) emerge che il mercato del lavoro italiano avrà bisogno tra 3,1 e 3,6 milioni di occupati nel prossimo quinquennio. La maggior parte di questo fabbisogno deriva dalla sostituzione dei lavoratori in uscita dal mercato del lavoro, pari a 2,9 milioni.
In termini di profili professionali – secondo i dati di Unioncamere e Anpal – si prevede un aumento dell’occupazione di dirigenti, specialisti e tecnici (41% del fabbisogno totale), delle professioni impiegatizie, mentre gli operai specializzati e i conduttori di impianti dovrebbero diminuire. Le competenze green e digitali saranno sempre più richieste nei prossimi anni. Si stima che a più di 2,3 milioni di lavoratori saranno richieste competenze green e più di 2,1 milioni di occupati avranno bisogno di competenze digitali entro il 2028. L’Intelligenza Artificiale modificherà il mercato del lavoro, per il momento sembra destinata ad integrare, e non a sostituire, le competenze delle professioni ad alta specializzazione. Il volume presenta anche una comparazione con Germania, Francia e Spagna sui temi che riguardano occupazione ed Intelligenza Artificiale. Per affrontare le sfide del futuro, è necessario far fronte alle criticità e ai “colli di bottiglia” del mercato del lavoro, ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, aumentare i tassi di attività, adeguare il sistema formativo alle esigenze del mercato del lavoro ed investire in competenze green e digitali”.
IL RUOLO CHIAVE DELLA FORMAZIONE
Aggiornamento e approfondimento delle competenze esistenti (Upskilling) e acquisizione di nuove competenze per un nuovi ruoli (reskilling). Il mondo della formazione muoversi su questo doppio binario per stare al passo con i cambiamenti del mercato del lavoro. Anche l’Intelligenza artificiale avrà un ruolo decisivo in tal senso.
Secondo l’ultimo studio predittivo di EY-ManpowerGroup-Sanoma su mercato del lavoro e IA, l’implementazione di soluzioni IA, renderà corsi e programmi di formazione più accessibili per lavoratori e aziende, oltre a consentire un aumento dell’efficacia dell’insegnamento superiore potenziando soluzioni formative tradizionali.
Da qui al 2030 alle professioni tecniche sarà richiesto di aumentare la varietà di competenze possedute, anche non strettamente attinenti al proprio lavoro viceversa, alle professioni ad alta specializzazione servirà approfondire sempre di più il proprio settore di competenze.
L’IMPORTANZA DELLE SOFT SKILL
Resilienza, imparare a imparare, capacità di problem solving, pensiero critico, sono solo alcune delle cosiddette soft skill (le competenze non tecniche) che in mercato del lavoro in fermento come quello attuale, saranno sempre più richieste. Eloquente su questo aspetto l’intervento dell’AD di Sanoma Italia, Mario Mariani. Nella nota di presentazione per l’indagine di EY-ManpowerGroup-Sanoma su mercato del lavoro e IA, Mariani, infatti, fa notare che
“Lo studio mette bene in luce come, per formare giovani in grado di inserirsi positivamente nel mondo del lavoro, la scuola giochi un ruolo essenziale, sotto diversi aspetti: da un lato, fornendo le skills sociali, cognitive ed emotive – tra cui resilienza, imparare a imparare, capacità di problem solving, pensiero critico – che permetteranno loro di entrare e di adattarsi ad un mercato del lavoro in continua e veloce trasformazione. Anche la formazione di competenze legate al digitale e all’intelligenza artificiale sarà molto importante.”.