Sotto la lente il progetto di collaborazione tra CNA Umbria e Inail regionale denominato “Prevenzione dei rischi emergenti nell’Industria 4.0 e nell’edilizia“
In primo piano il grande quesito: “In che modo la digitalizzazione e l’automazione si combinano con la crescita occupazionale e, soprattutto, come si può gestire quella che gli studiosi chiamano automation anxiety, ovvero la paura che le macchine sostituiscano sempre più il lavoro umano?”
Da questi interrogativi è nato “Prevenzione dei rischi emergenti nell’Industria 4.0 e nell’edilizia“, il nuovo progetto di collaborazione tra CNA Umbria e Inail regionale, che si è concluso con una tavola rotonda sui rischi nei luoghi di lavoro connessi alla trasformazione digitale.
“Il progetto – ha dichiarato Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria – è nato all’indomani del momento più critico della pandemia da Covid, quando la trasformazione digitale è diventata il fulcro delle politiche di rilancio economico del Paese e rappresenta la conferma della sinergia tra Cna e Inal Umbria e del forte impegno che le direzioni regionali stanno mettendo, ormai da anni, nella realizzazione di iniziative di prevenzione volte alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. In particolare, con quest’ultimo lavoro abbiamo cercato di guidare le imprese artigiane, con la collaborazione di esperti qualificati, a gestire correttamente l’introduzione in azienda di innovazioni tecnologiche e digitali, per evitare impatti negativi sulla salute psico-fisica e sulla sicurezza dei lavoratori coinvolti, facendoli sentire protagonisti attivi e insostituibili di questo inevitabile processo di cambiamento che interesserà sempre più imprese, anche le micro e piccole che noi rappresentiamo.”
Secondo alcuni calcoli in Italia non arrivano al 10% del totale i lavoratori che svolgono mansioni che potranno essere sostituite da robot, computer o algoritmi, in Germania si arriva al 12%. Gli economisti che si sono occupati della materia non nascondono che l’effetto di sostituzione di alcune mansioni lavorative da parte delle macchine sarà notevole, soprattutto laddove le attività routinarie sono preponderanti, con conseguente diminuzione della domanda di lavoro e salari. Ma allo stesso tempo la digitalizzazione e l’automazione potranno creare nuove mansioni dove il lavoro svolto dall’uomo ha un vantaggio comparato rispetto ai computer. E non si tratta solo di mansioni e lavori cognitivi che richiedono un alto titolo di studio, ma anche lavori manuali ad alto contenuto di conoscenza tacita, dove l’improvvisazione della mente umana, la creatività, la capacità di far fronte ad imprevisti ha ancora un vantaggio sulle macchine.
“I cambiamenti tecnologici, economici, sociali e ambientali in atto- ha affermato la direttrice regionale dell’Inail, Alessandra Ligi – impattano significativamente anche nel mondo del lavoro, con ricadute nelle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. Per affrontare con celerità ed efficacia queste trasformazioni è necessario adottare nelle diverse realtà lavorative modelli condivisi di gestione dei nuovi rischi che pongano sempre al centro la persona, elemento essenziale verso cui anche le nuove tecnologie devono convergere nel fornire servizi e garantendone sempre il rispetto.”
Per Anna Lisa Agneletti, responsabile regionale Ambiente e sicurezza di Cna Umbria, “con questo progetto sperimentale abbiamo messo a punto un modello operativo che potrà essere un valido supporto alle imprese che stanno affrontando questa trasformazione tecnologica e digitale, con l’obiettivo di mettere i lavoratori al centro di questo processo. Attraverso un’analisi delle innovazioni introdotte, delle postazioni di lavoro e delle percezioni dei lavoratori coinvolti, con la collaborazione di professionisti qualificati, abbiamo cercato di attuare quanto necessario per promuovere un approccio di tipo collaborativo e di condivisione dello spazio di lavoro uomo-macchina, che sfrutti al meglio le potenzialità delle applicazioni tecnologiche e digitali rispettando, al contempo, la persona.”