“Si vive…finché un bel giorno ci si accorge se si è compiuto il proprio dovere oppure no. Comincio a credere che le grandi decisioni fatali, quelle che determinano il profilo caratteristico del nostro destino, siano molto meno consapevoli di quanto supponiamo nei momenti in cui torniamo al passato per evocarne la memoria.” – dal romanzo “L’eredità di Eszter”, Sándor Márai
Nelle parole di Sándor Márai, un invito a fidarsi del flusso della vita e a vedere valore nel percorso compiuto, qualunque esso sia
Scrittore, poeta e giornalista ungherese, in questo romanzo breve, pubblicato per la prima volta nel 1939, Sándor Márai affronta temi universali come l’amore, il tradimento e il rimpianto.
La vita non è interamente guidata da scelte consapevoli, ma spesso da decisioni prese quasi inconsciamente, che solo in retrospettiva, si rivelano decisive. È questo il messaggio nascosto e, al tempo stesso vivido che emerge dal fluire della narrazione. L’esistenza è vista come una serie di eventi intrecciati, guidati non solo dalla volontà, ma anche dal misterioso corso della sorte.
Nel romanzo, Eszter è una donna tranquilla e solitaria, in attesa dell’unico uomo che abbia mai amato: un personaggio ambiguo, bugiardo e manipolatore, capace, tuttavia, di esercitare un fascino irresistibile su chiunque. Il suo ritorno riaccende in lei sentimenti contrastanti, riportando alla luce un amore infelice e mai risolto, che continua a plasmare profondamente la sua vita.
Quella rivelazione che avviene “un bel giorno” – è portatrice di un significato profondo: anche quando sembra di non averne il controllo, le azioni fatte con sincerità o passione, contribuiscono alla creazione di qualcosa di importante.
Un invito a fidarsi del flusso della vita e a vedere valore nel percorso compiuto, qualunque esso sia.