Superiore alla media nazionale, l’imprenditoria femminile nel ternano punta sul terziario, ma dalla Camera di commercio arriva il monito: “Occhio all’improvvisazione”
Sfiorano quota seimila le imprese guidate da donne in provincia di Terni quasi. Al 31 dicembre 2015, sono ben 5.960 su un totale di imprese registrate di 22.355 unità, un tasso di femminilizzazione (26,6%) decisamente molto più alto della media nazionale (21,7%). Trend che traina il resto della regione che raggiunge un tasso a livello umbro di imprese femminili del 24,8%.
Nonostante le imprenditrici ternane dimostrino una dinamicità superiore a quella del resto delle colleghe umbre, la scarsa strutturazione e capitalizzazione delle ditte a guida femminile, resta il dato che trova conferma anche nel 2015. Il segretario generale della Camera di Commercio di Terni, Giuliana Piandoro fornisce una chiave di lettura del dato: “Sappiamo che tra il 2009 e il 2015 è aumentata fortemente la disoccupazione sul nostro territorio, che ha perso oltre tremila posti di lavoro, ma è anche il periodo in cui sono cresciute molto le imprese nei settori dei servizi e del terziario più in generale. Letti insieme, questi dati ci dicono che una buona parte delle nostre imprese femminili sono una risposta ad una carenza di lavoro dipendente – spiega– Proprio per questo abbiamo indirizzato le nostre politiche degli ultimi anni verso un rafforzamento della formazione del capitale umano, in primo luogo degli imprenditori e delle imprenditrici per contrastare un improvvisazione imprenditoriale pericolosa per la nostra economia”.
ANDAMENTO DELL’IMPRESA FEMMINILE DURANTE LA CRISI L’approfondimento elaborato dall’Ufficio Informazione Economica della Camera di Commercio rileva che a Terni sempre più donne tra il 2009 e il 2015 hanno deciso di diventare imprenditrici o trovare nel lavoro autonomo una formula di auto impiego. Nel 2009 (al 30 giugno) all’inizio della fase di crisi economica, erano 5.857 le aziende femminili, dopo sei anni, al secondo trimestre 2015 sono cresciute sfiorando quota 6mila (5.928). Crescita confermata anche per l’ultimo trimestre del 2015, con 5960 ditte guidate da donne.
SETTORE TERZIARIO Per quanto riguarda i settori economici, i dati contenuti nel Registro imprese della Camera di Commercio rilevano come nel complesso, l’universo dell’impresa femminile rifletta a livello provinciale lo stesso processo di terziarizzazione in atto in tutto il sistema produttivo nazionale: le aziende “rosa” nei servizi sono infatti aumentate in 5 anni fino a raggiungere le 3.797 unità (erano 3.724 al IV trimestre 2009), mentre sono diminuite nel settore primario (passando dalle 1360 del 2009 alle 1308 del 2015) e nel secondario , cioè manifatturiero e costruzioni ( dalle 642 alle 542 del 31 dicembre 2015)
Nel terziario l’aumento delle imprese femminili ha riguardato quasi tutti i comparti, ad esclusione del commercio al dettaglio che in sei anni è passato dalle 1834 imprese a guida femminile alle 1743. Il turismo cresce con 534 imprese “rosa” (+68 aziende)sanità-assistenza sociale e istruzione 129 imprese (+15).
Per quanto riguarda il profilo giuridico, si conferma nel 2015 la maggioranza di ditte individuali (il 31,5% del totale), seguono le cooperative e i consorzi (23,9%), le società di capitali (20,8%) e le società di persone (19,8%).
GLI AIUTI ECONOMICI “Sul fronte degli stanziamenti economici – ricorda Giuliana Piandoro – è stata rifinanziata la legge regionale sull’imprenditoria giovanile (la n.12 del 95 ndr) ed entro gennaio gli aspiranti imprenditori possono presentare domanda. Per le donne che vogliono fare impresa il limite d’età è elevato a quaranta anni. Anche in questo caso per un primo orientamento è possibile rivolgersi in Camera di commercio all’ufficio Promozione”.