Startup a vocazione sociale, ecco come muoversi

Al via le autocertificazioni per le imprese innovative che operano nell’ambito dell’assistenza sociosanitaria, della cultura, della tutela ambientale e del turismo. In Umbria bacino smisurato di potenzialità

Innovative e a vocazione sociale, ecco la nuova frontiera delle startup. Assistenza sociale e sanitaria; istruzione, formazione, tutela dell’ambiente, valorizzazione del patrimonio culturale, turismo sociale. Sono solo alcuni degli ambiti, a vocazione sociale appunto, su cui sono chiamati a cimentarsi gli ideatori di impresa. A chi si fa promotore di progetti che marciano in questa direzione, il ministero dello sviluppo economico dedica una particolare attenzione e benefici maggiorati.
La situazione in Umbria L’Umbria proprio per le sue caratteristiche offre molteplici potenzialità in tal senso: cultura, turismo, sostegno, assistenza ecc. Attorno a questi macro-settori sono già sorte molte attività, altre stanno muovendo i primi passi ma molto resta da fare. Per tutti l’obbiettivo imprescindibile è l’innovazione.
L’autocertificazione – Una circolare emessa lo scorso 20 gennaio, dà il via al riconoscimento delle startup innovative a vocazione sociale, tramite autocertificazione da presentare in Camera di Commercio. Tra i requisiti da tener presenti il settore in cui l’impresa opera. (art. 25, comma 4 del DL 179/2012, convertito con L. 221/2012).
I settori “a vocazione sociale” – Gli ambiti individuati riguardano: assistenza sociale; assistenza sanitaria; assistenza sociosanitaria; educazione, istruzione e formazione; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; valorizzazione del patrimonio culturale; turismo sociale; formazione universitaria e postuniversitaria; ricerca ed erogazione di servizi culturali; formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica ed al successo scolastico e formativo; servizi strumentali alle imprese sociali.
Benefici maggiorati – Agli operatori che investono in queste startup sono stati riconosciute detrazioni Irpef al 25%; deduzioni dall’imponibile Ires al 27%, oltre a tutte le agevolazioni ed altre forme di sostegno previste per le nuove imprese innovative a carattere generico.
L’opportunità riguarda sia le nuove attività che devono ancora iscriversi al registro imprese della Camera di commercio di appartenenza, sia quelle già iscritte, che attraverso la compilazione di un apposito modello nel quadro “Startup e incubatori” autocertificano lo status di startup innovativa a vocazione sociale.

 

Le startup innovative in Umbria

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