L’intervento della consigliera di parità Elena Tiracorrendo, al seminario promosso dal Comitato unico di garanzia dell’Università per stranieri di Perugia
Non soltanto un compenso economico per il proprio impegno. Star bene al lavoro, sentirsi rispettati e valorizzati come persone nel riconoscimento delle diversità di cui si è portatori: è fondamentale per essere produttivi, nel lavoro pubblico come nel privato. Finalità queste che i Comitati unici di garanzia, organismi costituiti per legge nelle pubbliche amministrazioni, possono perseguire, se adeguatamente sostenuti. Le parole della consigliera regionale di parità, Elena Tiracorrendo, durante l’intervento al seminario promosso dal Comitato unico di garanzia dell’Università per stranieri di Perugia, nella sede dell’Ateneo, catturano l’attenzione è hanno l’effetto di un raggio di sole in un cielo denso di nubi. Un concetto apparentemente così ovvio che, forse proprio per questo, molto spesso finisce per essere dimenticato.
“I Comitati unici di garanzia – ha detto – hanno in sé un potenziale di azione molto ampio, a favore del benessere di chi lavora e quindi della società. Il problema è che, come spesso accade nella pubblica amministrazione, si rispetta la forma ma sfugge la sostanza. Non ci si deve fermare alla costituzione dei Comitati per dire di aver adempiuto al dettato normativo: bisogna far in modo che questi organismi funzionino”.
La consigliera regionale di parità ha voluto ringraziare “Valeria Paoletti e Paola Attanasio, presidente e vice presidente del Comitato unico di garanzia dell’Università per Stranieri, di avermi invitata a parlare su questo tema: abbiamo posto le basi per una proficua collaborazione”.