Giornata porte aperte all’azienda ospedaliera di Perugia con psicologi, psichiatri, ginecologi e ostetriche
Protagonista la salute mentale femminile. La seconda edizione dell’iniziativa “Ospedali a Porte Aperte” è dedicata, infatti, alle donne che soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento.
L’iniziativa – Venerdì 10 ottobre 2014 all’ingresso principale dell’azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia, verrà allestito un punto di informazioni e consulenze, attivo dalle 9 fino alle 13, che darà la possibilità di interfacciarsi con personale specializzato.
Partner del Network Bollini Rosa, il nosocomio perugino ha predisposto per questa giornata valutazioni gratuite e servizi informativi alla popolazione femminile grazie alla collaborazione di psicologi, psichiatri, ginecologi e ostetriche.
Dati allarmanti – Lo scopo è quello di “sensibilizzare i cittadini su un tema, come quello dei disturbi mentali femminili, che rappresenta uno dei più gravi problemi di salute pubblica – spiega la dottoressa Flavia Febbraro dirigente psicologo della S.c. di neurofisiopatologia del S. Maria della Misericordia”. Sono circa 17 milioni, a livello nazionale le persone che soffrono di un disturbo psichico, aggravato dal perdurare della crisi economica. Nella popolazione italiana, nei contesti in cui le risorse economiche sono carenti, la prevalenza di disturbi d’ansia è di circa il 20%, contro il 10% di chi appartiene ad un ceto sociale più elevato. Ad essere maggiormente esposte a questi disturbi sono le donne che sfiorano il 40% nelle fasce più svantaggiate, mentre sono al 27% in quelle più abbienti. “Depressione, ansia, decadimento cognitivo – sottolinea Febbraro – sono anche strettamente correlate alla violenza domestica, che rappresenta oramai da tempo una vera e propria emergenza sociale. E L’Umbria su queste tematiche tanto importanti non è certo una regione virtuosa, con dati che rientrano nella media nazionale”.
Depressione post partum – “La giornata – fanno notare dall’azienda ospedaliera – si rivela un’opportunità per accrescere gli sforzi di prevenzione durante i cicli vitali della donna, in cui il disagio psichico è più forte, come nel periodo perinatale. La depressione post partum rappresenta, infatti, la più rilevante complicanza psichica relativa al puerperio. Pur con ampia variabilità, nel mondo occidentale si stima che colpisca circa il 10-15%”