Con Fidapa e le Consigliere di parità, il punto su strumenti e metodi per conciliare
Come si può lavorare e contemporaneamente avere una vita personale? E’ urgente una risposta visto che siamo nel bel mezzo dell’ anno europeo della conciliazione della vita professionale e familiare. Le leggi ci sono, gli esperti pure. A questo punto è necessario rompere preconcetti e tabù.
Per affrontare la questione, Fidapa (Federazione italiana arti professioni affari) e le Consigliere regionali di parità, hanno messo a confronto diversi punti di vista nel corso di un convegno organizzato presso la biblioteca comunale di Terni.
Per inseguire il proprio sogno nel cassetto, molti optano per il lavoro autonomo. In Umbria nel 2012 è aumentato del 7% rispetto agli anni precedenti. Ma per questi lavoratori gli ostacoli da superare diventano spesso insormontabili. “Ci si deve scontrare con una visione tradizionalistica del lavoro, con una carenza di tutele. False partite iva, gestione separata Inps, maternità: il sostegno in questi casi non è uguale per tutte la categorie di lavoratrici”. E’ il quadro tracciato da Barbara Bittarelli, consigliera di parità supplente della Provincia di Terni. Nel 2012 in Umbria ci sono stati 300 casi di abbandono volontario del lavoro per maternità: 60 in provincia di Terni e 240 in provincia di Perugia. “Decine di segnalazioni pervengono ai nostri uffici – ha riferito – la maggior parte degli utenti chiede informazioni sui propri diritti di lavoratori, molte donne lamentano la difficoltà di carriera a causa dei contratti part time, poi ci sono state segnalazioni per molestie e stalking”.
Ai dipendenti del Comune di Terni è stato inviato un questionario attraverso il quale far emergere eventuali problematiche e disagi relativi alla conciliazione “l risultato verrà analizzato e condiviso alla fine del mese di marzo e poi si interverrà di conseguenza” – ha annunciato l’assessore comunale alle pari opportunità, Daniela Tedeschi. “Parto dalla riflessione sulle donne dipendenti fino ad arrivare alla situazione delle libere professioniste – ha detto – Su questo fronte non ci sono tutele, non ci sono progetti, strumenti sistematici di sostegno. In uno scenario come questo, la donna si trova in difficoltà. Al di là delle quote rosa – secondo l’assessore Tedeschi – si raggiungeranno le pari opportunità solo quando ci saranno servizi adeguati. Occorre stanziare fondi su questo versante per dare alle donne la possibilità di scegliere.”
“Se impariamo a condividere dico sì, sì alle imprenditrici, sì alle manager”. E’ il monito lanciato da Roberta Bortolucci, presidente nazionale del Centro studi progetto donna e ‘diversity managment’. “Le donne si sono dimenticate del proprio benessere. Abbiamo un’idea di benessere troppo collegata alla salute fisica. Ma salute significa anche stare bene con se stessi. Si può dare forza solo se si ha forza, se cominciamo a condividere. Le donne spesso dimostrano una bassa capacità di condivisione con gli uomini nelle attività domestiche e la bassa autostima le spinge a far le cose come a dimostrazione del proprio voler bene”.
A lezione di autostima con il libro di Roberta Bortolucci