Sonia Bertocco, mamma manager

 “Ho imparato a chiedere aiuto”… Parole che catturano l’attenzione, ancor di più se a pronunciarle è una manager. Figura solitamente associata all’idea di perfezione e ‘onnipotenza’. Sonia Bertocco, dirigente di Aspasiel (società del Gruppo Acciai Speciali Terni), intervenendo al convegno “Lavorare, sopravvivere, vivere” organizzato a Terni dalle consigliere regionali pari opportunità e da Fidapa, ha raccontato la propria esperienza di conciliazione tra vita personale e lavorativa, facendo cadere alcuni pregiudizi.

“Sono diventata mamma da poco tempo – ha detto – non perché sono giovane ma perché ho adottato 2 bambini”. E da quel momento le cose sono un po’ cambiate, gli impegni nella vita privata si sono improvvisamente moltiplicati e con il lavoro stava diventando impossibile mantenere i ritmi di prima “A un certo punto ho pensato davvero di non potercela fare” – ha ammesso. Quindi per bloccare un processo “che mi avrebbe procurato un progressivo decadimento fisico e mentale – ha affermato sorridendo – mi sono fermata e ho cercato una soluzione. Come fa in azienda anche a casa ha stilato un business plan “L’ho condiviso con la mia famiglia, ci siamo divisi i compiti, finora non ho licenziato nessuno” – ha affermato scherzando.  Se avessi avuto dei bambini a 30 anni? Sicuramente non avrei potuto fare tutto ciò che ho fatto”. Sonia Bertocco inizia la sua carriera nel 1986 come training analyst. Nel 1992 entra nel mondo della siderurgia dove consolida la sua esperienza soprattutto nel settore del process industry. Dal 2001 è dirigente dei Sistemi informativi di TkAst) e dal 2006 di Aspasiel, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni e servizi infrastrutturali nel campo dell’information technology.“Quando si presenta il problema della compatibilità dobbiamo condividere. Io ho imparato ad alzare la mano e a chiedere aiuto quando sono in difficoltà”. Bisogna crederci bisogna essere forti e duri. È importante essere in rete”. Uno stile di vita che Sonia Bertocco ha adottato con successo nel proprio lavoro. In azienda sono circa 120 dipendenti di cui il 40% donne. La questione delle maternità è sempre in primo piano. “La nascita di un bambino è una buona notizia. In azienda invece spesso diventa un problema. Da noi – ha detto – il part time era previsto al massimo per due persone l’anno, invece siamo arrivati a concederlo anche a 20 dipendenti. Grazie agli strumenti tecnologici, supporti informatici tutto è possibile. L’idea tradizionale del lavoro viene superata a vantaggio di una maggiore flessibilità ed elasticità, basti pensare al telelavoro e al lavoro a domicilio “Abbiamo scelto questo modello e vorremmo estendendolo, non facendolo diventare una casta”.

 

Lavorare, sopravvivere, vivere… impossibile?

A lezione di autostima con il libro di Roberta Bortolucci

 

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