Dall’Umbria adesioni in massa alla manifestazione organizzata da Rete imprese Italia per chiedere al Governo una svolta sulla politica economica. L’appuntamento è per il 18 febbraio a Roma
Gli imprenditori e i commercianti umbri sono pronti. Martedì 18 febbraio raggiungeranno piazza del Popolo a Roma per la manifestazione organizzata dalle Associazioni degli imprenditori, dei commercianti e degli artigiani di Rete Imprese Italia. L’obiettivo: sensibilizzare il Governo italiano sulla necessità di una svolta sulla politica economica per tornare a crescere.
“Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro” è l’eloquente messaggio scelto per l’evento. Secondo i dati di Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa.), da Perugia sono oltre 500 le imprese che parteciperanno alla mobilitazione e 200 da Terni. Per agevolare l’arrivo a Roma sono stati organizzati dei pullman.
Per Massimiliano Sciattella, neo presidente della Consulta territoriale Cna dell’area di Perugia “Senza il rilancio delle costruzioni attraverso nuovi investimenti pubblici e un deciso snellimento degli adempimenti burocratici, per l’economia italiana e umbra non ci sarà alcuna ripresa. Sarà anche per chiedere questo – sottolinea – che parteciperemo in massa alla manifestazione di Rete Imprese Italia”.
Il settore delle costruzioni rappresenta oltre il 30% delle piccole imprese italiane e in Umbria il quadro non è diverso. “Ecco perché – prosegue Sciatella – non può che partire da qui una strategia di rilancio dell’economia. Come è possibile che in questi anni di crisi, nonostante il drastico calo delle richieste di permessi a costruire da parte di imprese e privati, i tempi di risposta degli uffici comunali siano rimasti identici? Non è accettabile”.
Il tessuto produttivo italiano e umbro è composto per oltre il 90% da imprese di piccole e piccolissime dimensioni, “Pertanto – secondo il nuovo presidente della Consulta territoriale Cna dell’area di Terni, Gianluca Bellavigna – appare sempre più incomprensibile una politica industriale da sempre strabica, fatta solo a misura di grandi imprese, le stesse che poi magari delocalizzano le proprie produzioni. Dobbiamo finalmente mettere mano a una politica a misura di piccole imprese – prosegue – se vogliamo provare a rilanciare l’economia del nostro Paese e dell’Umbria”.