Lavoro, scuola, ambiente… le richieste d’aiuto restano spesso inascoltate poi si corre ai ripari quando molto è stato già perso
Centinaia di ispettori nei luoghi di lavoro e collaborazione all’interno dell’azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza. È questa stata la risposta immediata del Governo a un’emergenza che nelle ultime settimane ha assunto i caratteri di una vera e propria strage, visto l’elevato per numero di vittime.
e ancora…
“Servono più psicologi: uno per ogni istituto scolastico”. A fare questa richiesta è stato il presidente del consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi David Lazzari “I giovani oggi sono smarriti – ha dichiarato nel corso di una recente intervista su Radiocapital.
e poi…
“Nel 2020 l’Italia ha speso 35 miliardi di dollari in sussidi ambientalmente dannosi” – è l’allarme di Legambiente che lancia un monito ben chiaro al Governo e al ministero della transizione ecologica in particolare: “E’ ora di invertire la rotta abbandonando le fonti fossili che pesano anche sul rincaro bollette frutto della dipendenza del gas, incentivando sempre di più le rinnovabili”.
e così via…
A questo punto la domanda forse inutile e d’obbligo al tempo stesso è la seguente: perché c’è sempre bisogno di trovarsi al limite per mettere in atto ciò che in un paese civile dovrebbe sempre valere? È come se esistessero vari stadi di crisi: c’è il lieve che non si prende neanche in considerazione, alla stregua di un raffreddore che passa da solo; poi c’è il livello medio che innesca i bla bla bla di cui è ampiamente stanca anche l’attivista ambientale Greta Thunberg. Poi si arriva al terzo stadio nel quale si prova a fare concretamente qualcosa, si tenta tutto il possibile, si corre ai ripari ma molto è stato già irrimediabilmente perso.