L’azienda umbra Colfiorito leader nel mercato dei legumi secchi, al fianco della Fao per consumo e produzioni responsabili
Un sistema di disinfestazione ecologico in autoclave evita che le materie prime siano infestate da insetti o altro che li rovinerebbero riducendone il periodo di utilizzo in cucina
Ogni persona del mondo, in media, butta nella spazzatura 74kg di cibo all’anno. È solo una delle cifre sconvolgenti che emergono dalla 4° Giornata Internazionale sulla Sensibilizzazione contro gli Sprechi e le Perdite Alimentari, che ha riunito nella sede di Roma di FAO autorità della cooperazione internazionale e aziende private, come la umbra Fertitecnica Colfiorito.
“Il cibo che buttiamo nell’immondizia è strappato dalle mani di coloro a cui manca e che non solo ne avrebbero bisogno, ma ne hanno diritto – ha commentato Papa Francesco in un messaggio letto in sua vece dall’ambasciatore della Santa Sede, Monsignor Fernando Chica Arellano. “Questo – ha proseguito il Pontefice – è una conseguenza della cultura contemporanea che ha ridotto il cibo a merce di scambio. Invece, l’abbondanza nelle mani degli uni dovrebbe tradursi in una distribuzione a beneficio degli altri. Condividere con fratelli e sorelle dovrebbe essere un imperativo che tutti percepiamo.”
È infatti allarmante che il 13% di tutto il cibo prodotto viene perso lungo la filiera produttiva prima ancora di raggiungere il consumatore, mentre un altro 17% viene sprecato nelle case, supermercati e ristoranti. Tutto questo mentre 735 milioni di persone soffrono la fame e, più in generale, 3,1 miliardi di persone, quasi metà della popolazione mondiale, non può permettersi una dieta pienamente bilanciata e sana.
“Abbiamo bisogno di più dati, ma anche di azioni concrete – ha sottolineato Qu Dongyu, Direttore Generale di FAO – Rischiamo di rivederci ogni anno e dire le stesse cose, di cui siamo tutti consapevoli. Perché la situazione non sta cambiando? Piccole azioni possono portare a grandi conseguenze. Perché non cambiamo, a cominciare da noi, voi, tutti quanti? Piccoli passi per superare il modello lineare Prendi-Produci-Butta con un sistema circolare più sostenibile.”
Un appello forte che ha trovato eco in tutti i relatori e che si riflette anche nelle politiche di privati come la Fertitecnica Colfiorito, azienda umbra che già da tempo ha adottato politiche mirate al 12° SDG, l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile “Consumo e Produzione Responsabili”. L’azienda, leader italiano nel mercato dei legumi secchi, cereali e semi, è da tempo partner di FAO.
“Ho avuto l’onore, tre anni fa, di essere invitato al lancio della piattaforma contro lo spreco di FAO – racconta Alessio Miliani, Direttore Generale dell’azienda – È stata un’occasione sia per condividere quanto fatto fino ad allora, sia per collaborare e trarre ispirazione per alzare sempre di più l’asticella di quella che chiamiamo “crescita con rispetto”, il principio che guida le nostre strategie.”
L’azienda ha fatto importanti investimenti in tecnologia per evitare gli sprechi di filiera, come il sistema di disinfestazione ecologico in autoclave. “Con questo avanzato sistema – spiega Miliani – evitiamo che le materie prime siano infestate da insetti o altro che li rovinerebbero. Inoltre, evitiamo che anche a casa del consumatore il prodotto possa infestarsi, prolungandone la vita utile – il tutto senza prodotti chimici di sintesi“. Così si garantisce che il prodotto che arriva nelle dispense sia sicuro fino, e anche oltre, la data di consumo preferibile.
“Chiaramente, per garantire ai consumatori la massima qualità, non possiamo evitare che ci sia uno scarto: tuttavia, questo viene sempre riciclato grazie a collaborazioni di economia circolare. Quando è ancora adatto al consumo umano, ad esempio, viene usato da altri per la macinazione in farine, mentre negli altri casi viene destinato all’uso zootecnico“.
Non ci si può limitare, però, a mettere a punto pratiche interne d’eccellenza, ma si deve andare oltre: “Questo è quello che facciamo a monte – aggiunge Miliani – ma ci siamo impegnati anche a valle, ossia coinvolgendo il consumatore. Da un lato, lo aiutiamo indicando sulle confezioni la dicitura “Spesso Buono Oltre” e spiegando come controllare che il prodotto sia ancora commestibile anche oltre la data dichiarata, trattandosi di prodotto secco. Dall’altro, sui nostri canali digitali e social abbiamo tutorial, rubriche e spunti che aiutano i consumatori sugli usi alternativi degli ingredienti che gli avanzano, oppure modi creativi per usare in cucina gli avanzi del pasto o ancora dare una seconda vita agli imballaggi.“
Occuparsi degli sprechi va a colpire alla radice una delle maggiori cause di emissioni e squilibrio mondiali. “Non è solo una questione di efficienza – conclude Miliani – ma una questione di responsabilità: significa assicurarsi un futuro sostenibile per i nostri figli, dove il cibo ha il giusto valore. Raccogliendo lo spunto del Dg Fao, questo non riguarda solo privati e Ong, ma anche le istituzioni nazionali e soprattutto locali, con politiche concrete che arrivino alle scuole e alle famiglie“.