Il nuovo organismo introdotto dal Jobs Act prevede maggiore impegno sulla ricollocazione dei disoccupati anche attraverso percorsi formativi mirati
Entrerà ufficialmente in funzione a giugno l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) introdotta dal Jobs Act (la legge di riforma del lavoro).
Con il nuovo organismo si punterà in particolare a un maggiore impegno sulle politiche attive del lavoro e sulla ricollocazione dei disoccupati anche attraverso percorsi formativi ma ci sarà tolleranza zero nei confronti di chi rifiuta opportunità di lavoro e di formazione per scovare in tal modo coloro che pur prendendo l’indennità lavorano in nero.
L’Anpal coordina la nuova Rete Nazionale dei Servizi per le Politiche Attive del Territorio e coinvolge i principali enti impegnati nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, come Inps, Inail, le Camere di Commercio, ma anche soggetti operanti come intermediatori nel mondo del lavoro, quali scuole e università.
Uno dei primo obiettivi su cui si concentrerà il nuovo organismo sarà la messa in funzione di un sistema informativo per far incontrare domanda e offerta di lavoro. Per il trattamento di disoccupazione si punterà a un sistema di condizionalità rafforzato. Nel corso del colloquio al Centro per l’Impiego, il disoccupato dovrà anche sottoscrivere un patto di servizio, cioè un programma che mira al ricollocamento dello stesso nel mondo del lavoro. Fino a che il disoccupato non troverà un nuovo impiego, il suo impegno nella formazione e ricollocazione professionale viene monitorato da un tutor.
Fra i compiti dell’Anpal ci sono quello di stabilire i programmi delle politiche attive, finanziati dall’Fse (Fondo Sociale Europeo), supervisionare la Rete Nazionale, archiviare tutti i fascicoli personali dei lavoratori e tenere un albo delle agenzie private del lavoro.
L’iscrizione all’ l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro viene effettuata dai Centri per l’Impiego, durante un colloquio con il disoccupato : dalla data di licenziamento (o dimissioni per giusta causa) il Centro per l’Impiego ha 2 mesi di tempo per convocare il lavoratore, dalla convocazione il disoccupato ha tempo 15 giorni per presentarsi al Centro per l’Impiego, pena la perdita di un quarto dell’assegno di disoccupazione.