“Per favore, non lasciatevi intrappolare dal pessimismo”

Papa Francesco parla agli operai delle Acciaierie di Terni e ricorda: “Il lavoro è dignità”. In 7500 all’udienza dedicata ai 130 anni dello stabilimento di viale Brin

               L’Ast adesso ha anche la benedizione di Papa Francesco. Il Pontefice ha assicurato la sua vicinanza e ha invocato la materna intercessione della Vergine Maria sull’intera diocesi di Terni, Narni e Amelia “specialmente sul mondo del lavoro, sulle famiglie in difficoltà”. E’ stata proprio la ricorrenza dei 130 anni dalla fondazione dello storico stabilimento umbro a far partire alla volta di Roma 7500 pellegrini con circa 140 pullman, per partecipare all’udienza speciale del Santo Padre.
In rappresentanza del mondo del lavoro sono arrivati in circa 1700 tra dipendenti ed ex dipendenti dell’Ast, della Sgl Carbon, della cooperativa Actl, della Confartigianato. 1600 studenti delle scuole di ogni ordine e grado e poi 4000 pellegrini di 50 parrocchie di Terni e della provincia. Presenti anche i rappresentanti istituzionali, a partire dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e i sindaci di tutto il comprensorio.

Una mattinata caratterizzata da un clima di euforia con cori e ola in attesa dell’incontro con il Papa. Ma è rimasto in primo piano il tema dell’incertezza del lavoro. A tracciare il quadro della situazione è stato monsignor Ernesto Vecchi che ha ricordato i lavoratori e le tante crisi del territorio, come quella che ha colpito la Sgl e la Sangemini, oltre alle acciaierie. Ha definito i ternani “gente di ‘pasta buona’. Tutti noi pregheremo per lei – ha detto rivolgendosi al Pontefice – anche quelli che hanno perso l’abitudine”. Affermazione che ha consentito a Papa Francesco di scherzare con le migliaia di persone presenti. “Ho sentito che alcuni di voi hanno perso l’abitudine di pregare, ma vedo tutte facce buone, come è possibile? Non posso crederlo”.


Rivolgendosi ai lavoratori ha detto: “Non smettete mai di sperare in un futuro migliore, lottate per quello. Per favore non lasciatevi intrappolare dal vortice del pessimismo. Se ciascuno fa la propria parte, se si considera un atteggiamento di solidarietà ispirato al Vangelo, si potrà uscire dalla palude di una stagione economica e lavorativa difficile’”. Ha rimarcato che “il gravissimo problema della disoccupazione interessa diversi Paesi europei”.
“Ho sentito alcuni giovani operai che sono senza lavoro, mi hanno detto: ‘Padre, noi a casa mangiamo tutti i giorni, perché alla parrocchia o al club o alla Croce Rossa ci danno da mangiare. Ma non sappiamo cosa significa portare il pane a casa, abbiamo bisogno di mangiare, ma abbiamo bisogno di avere la dignità di portare il pane a casa. È questo il lavoro – ha detto Jorge Mario Bergoglio – E se manca il lavoro questa dignità viene ferita”.
“Il valore primario del lavoro – ha aggiunto –  è il bene della persona umana, perché la realizza con le sue attitudini, le sue capacità intellettive, creative e manuali. Da questo deriva che il lavoro non ha soltanto finalità economica e profitto, ma ha soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità. Chi è disoccupato o sottoccupato – ha proseguito – rischia di essere posto ai margini della società, di diventare una vittima”.
Il legame tra chiesa contemporanea e le Acciaierie di Terni è forte e questo non è una novità. Resta ancora impressa nella mente la visita di Giovanni Paolo II il 19 marzo 1981. Era il giorno di San Giuseppe Lavoratore. Papa Woytila arrivò in città in un momento in molto difficile per lo stabilimento di viale Brin. Proprio in quei giorni, infatti, gli operai erano in lotta per difendere la fabbrica e il posto di lavoro. Sono passati 33 anni ma seppur con altre caratteristiche, resta ancora forte il senso di incertezza sul futuro.

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