Occhio al costo ambientale e ciclo di vita dei prodotti

Il presidente della Sezione Chimica di Confindustria, detta le regole per il rilancio del comparto in vista della costituzione di un organismo di coordinamento territoriale che massimizzi gli effetti di ricaduta offerti dall’innovazione scientifica

“L’industria chimica “tradizionale”, motore del boom economico degli anni Sessanta, è in forte crisi, le produzioni si sono spostate e continuano a farlo in paesi dove la manodopera costa meno e dove la materia prima è facilmente accessibile. Per mantenere un ruolo di leader le nostre imprese devono percorrere strade nuove, in cui la competitività è intimamente connessa con la sostenibilità”. Giuseppe Cioffi, il neoeletto presidente della sezione Chimica Confindustria, illustra il programma di attività per il 2014 che sarà incentrato sullo sviluppo di una filiera della chimica verde in Umbria.

Le linee guida – Il nuovo paradigma dello sviluppo, richiamato in tutti i documenti ufficiali della Commissione europea, è quindi orientato ai principi dell’economia circolare, capace di creare valore in termini di immagine e, soprattutto, di marginalità, inserendo nel prezzo anche il costo ambientale associato al ciclo di vita dei prodotti.  
Molti spunti in tal senso sono arrivati dalla presentazione, a Milano, del cluster Spring – uno degli otto cluster tecnologici nazionali finanziati dal Miur per promuovere una crescita economica sostenibile in linea con le priorità dettate dal programma quadro per la ricerca europea Horizon 2020.
Verso un coordinamento territoriale – Il tema della costituzione di un organismo di coordinamento territoriale della Chimica Verde è stato al centro della riunione che si è svolta nei giorni scorsi nella sede della Tarkett a Narni alla presenza della Regione dell’Umbria, rappresentata da Lucio Caporizzi, direttore alla Programmazione, innovazione e competitività, dell’Università degli Studi di Perugia, rappresentata da Fausto Elisei e da Franco Cotana e del Polo di Innovazione Pumas. Si sono trovati tutti d’accordo sulla necessità di raccordare le proprie azioni per massimizzare gli effetti di ricaduta offerti dall’innovazione scientifica e dalla nuova programmazione regionale al sistema produttivo locale.
“Le aziende umbre – ha detto il vice presidente della Sezione Chimica Paolo Bazzica – si sono già mosse sulla strada della sostenibilità e sono intenzionate a fare rete per un nuovo sviluppo sostenibile della chimica, della manifattura e dell’economia del territorio complessivamente intesa”.   
L’industria Chimica, che per prima ha fatto propri i nuovi valori economici deve farsi portavoce di un nuovo modo di fare impresa. “Il Cluster della Chimica Verde rappresenta una grande occasione – ha concluso Giuseppe Cioffi – ma non sarà l’unica. Faremo molto di più, coinvolgendo altri settori produttivi, poiché il nostro spirito è orientato a conoscere, mostrare e guidare il cambiamento”

 

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