Per i creatori di contenuti digitali, arriva il riconoscimento del ruolo da parte dell’Inps con gli onori e gli oneri delle altre tipologie di lavoratori
Nella nuova circolare sull’inquadramento previdenziale e contributivo, c’è chi intravede una possibile limitazione della libertà e creatività, oltre all’aumento di incombenze amministrative e costi
Per tutti, in ogni caso, l’obbligo di adeguarsi alla normativa per non incorrere in sanzioni
Il mondo del lavoro continua a evolversi, e con esso anche le normative previdenziali e fiscali. La recente circolare dell’Inps, pubblicata il 19 febbraio 2025, rappresenta un passo avanti significativo per il riconoscimento e la regolamentazione dei creatori di contenuti digitali (Dcc). Ecco i punti salienti della circolare.
La circolare definisce chiaramente l’attività di creazione di contenuti digitali come l’elaborazione e distribuzione di contenuti su piattaforme online, tra cui video, immagini, post sui social media e dirette streaming. Questo riconoscimento ufficiale comprende figure come influencer, youtuber, streamer, podcaster e pro gamer.
INQUADRAMENTO PREVIDENZIALE L’inquadramento previdenziale varia in base alla modalità con cui viene svolta l’attività. Se l’attività è organizzata come un’impresa, i content creator devono iscriversi alla Camera di Commercio e alla gestione speciale autonoma degli esercenti attività commerciali. Al contrario, se l’attività non è organizzata come impresa, i compensi percepiti devono essere dichiarati come redditi da lavoro autonomo.
NUOVO CODICE ATECO A partire dal 1° gennaio 2025, è stato introdotto un nuovo codice ATECO 73.11.03 dedicato alle attività di influencer marketing e content creation. Questo nuovo codice semplifica l’inquadramento fiscale e contribuisce a una maggiore chiarezza normativa.
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PROMOZIONE DEL LAVORO IN REGOLA Uno degli obiettivi principali della circolare è promuovere il lavoro in regola in un settore in cui c’è un alto rischio di speculazione. La regolamentazione mira a fornire stabilità e sicurezza ai creatori di contenuti digitali, garantendo che possano godere degli stessi diritti e tutele di altri lavoratori.
“Un atto di responsabilità nella gestione delle profonde trasformazioni nel mondo del lavoro” Marina Calderone, ministro del lavoro e delle politiche sociali
La nascita di nuove professionalità, in continua evoluzione, secondo Calderone “Ci pone di fronte alla sfida di includere questi lavoratori nel sistema di protezione sociale, favorendo il cumulo dei contributi provenienti da lavori diversi. Fornire una guida per orientarsi a chi opera nel settore digitale, come fa la circolare Inps è importante. In questo modo – aggiunge – continuiamo a promuovere il lavoro regolare e creiamo le condizioni per alimentare il proprio cassetto contributivo, soprattutto per i nostri giovani”.
PUNTI DI VISTA DIVERGENTI Mentre molti vedono questa regolamentazione come un passo positivo verso la dignità e il riconoscimento ufficiale delle professioni digitali, altri esprimono preoccupazioni riguardo alla possibile limitazione della libertà e creatività, oltre, ovviamente all’aumento di incombenze e costi.
Dal canto sui l’Inps sottolinea che “La parte centrale del documento si concentra sulla disciplina previdenziale applicabile, affrontando l’inquadramento giuridico di queste professioni in mancanza di normative specifiche – e aggiunge che: “Vengono utilizzati i criteri già esistenti per definire il regime previdenziale appropriato, esaminando variabili chiave come le modalità di attività e l’organizzazione del lavoro. Inoltre, la circolare è stata elaborata con il coinvolgimento del mondo associativo di settore, garantendo che le osservazioni e le indicazioni dei professionisti siano state integrate nel testo“.
LE SANZIONI Le sanzioni per i lavoratori del web che non rispettano la nuova circolare INPS sono simili a quelle previste per altri settori. In caso di omissione contributiva (ritardato o mancato versamento dei contributi dovuti), si applicano sanzioni civili in ragione d’anno pari al tasso ufficiale di riferimento maggiorato di 5,5 punti. Se il pagamento viene effettuato entro 120 giorni dalla scadenza legale, la sanzione può essere ridotta del 50%.
In caso di evasione contributiva (omessa o falsa dichiarazione dei rapporti di lavoro o delle retribuzioni), le sanzioni civili sono pari al 30% dei contributi evasi, ma non possono superare il 60% dell’importo dei contributi
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il documento completo sul sito dell’Inps.