Più giovani e più preparate rispetto agli uomini, cercano un miglioramento della propria situazione professionale o una risposta alla perdita del lavoro
Ecco chi sono le neo-imprenditrici – Hanno tra i 35 e i 40 anni di età, un diploma o una laurea e risiedono al Centro-Sud. Fino a poco tempo fa erano impiegate o quadro in un’azienda ma spesso hanno svolto l’attività di casalinga. Con più impegno degli uomini, cercano nell’impresa un miglioramento della propria situazione professionale o una risposta alla perdita del lavoro.
A livello nazionale sono 53mila le imprese al femminile, completamente nuove, costituite lo scorso anno e l’Umbria con il 24,5% è tra le regioni con la maggiore presenza di imprenditrici, insieme al Molise (dove le imprese rosa toccano il 28,2 % del totale), la Basilicata (26,5%) e l’Abruzzo (25,6%).
E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Unioncamere sulle “vere” nuove imprese costituite lo scorso anno, dove per vere nuove si intendono quelle attività che non sono frutto di trasformazioni di attività esistenti, ma iniziative completamente nuove. E’ stata condotta su un campione di quasi 18.600 imprese attive nate nel 2013 e rappresentativo delle 246mila imprese attive iscrittesi nel corso dell’anno.
Il confronto con l’universo maschile – L’indagine di Unioncamere segnala come le donne che fanno impresa siano più concentrate nella fasce di età al di sotto dei 40 anni: il 60% contro i 55 degli uomini; hanno un livello di istruzione mediamente più elevato: il 20,8% ha in tasca una laurea, contro il 16,1% dei colleghi imprenditori maschi, il 46,1% almeno un diploma, mentre gli uomini si fermano al 44,7.
Nelle altre regioni – Sono solo quattro le regioni italiane con una quota di imprese femminili inferiore a quella nazionale, nell’ordine Trentino-Alto Adige (17,2%), Lombardia (18%), Veneto (19%) e Emilia-Romagna (19,8%). Tra le province, è Benevento con il 30,4% la ‘regina’ dell’imprenditoria rosa per tasso di femminilizzazione, seguita da Avellino con il 30,1%, Chieti con il 28,5% e Frosinone con il 28,4%. In coda, Trento (17,2%), Reggio Emilia (17,1%), Monza (16,4%) e Milano, fanalino di coda con il 16,3%.
L’indagine – Insieme ai dati relativi al primo trimestre del 2014 dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile l’indagine è stata presentata in occasione della prima tappa del “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, l’iniziativa di Unioncamere e dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile che ormai da sette anni attraversa l’Italia per favorire il confronto sui temi dell’impresa al femminile. Dopo la tappa inaugurale, il Giro raggiungerà Pordenone, Lecce, Grosseto, Taranto, Alessandria, Prato, Ferrara, Treviso e La Spezia.
Al 31 marzo 2014 le imprese femminili registrate erano 1.286.906, pari al 21,4% del totale delle imprese esistenti alla stessa data. Rispetto al 31 marzo del 2013, le imprese femminili hanno fatto segnare un aumento del proprio stock pari a 6.605 unità (il 55% del saldo complessivo delle imprese italiane nel periodo), corrispondente ad un tasso di crescita dello 0,51%, più del doppio del tasso relativo al totale delle imprese (0,2%).
Distribuzione percentuale delle iscrizioni per settore di attività – Agricoltura, silvicoltura pesca (9,6%); Industria manifatturiera 7,7%; costruzioni e attività immobiliari 6,7%; commercio all’ingrosso e al dettaglio, 38,4%; alloggio, ristorazione e servizi turistici, 10,0%; servizi alle imprese, 17,5%; servizi alle persone 10,2%.
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