Nel rapporto di Bankitalia sull’economia regionale, i numeri sono tutt’altro che rassicuranti
Nel corso del 2014 in Umbria è proseguito il calo dell’attività industriale, le esportazioni sono diminuite del 2,0 per cento. Anche le vendite al dettaglio sono scese (complessivamente del 2,6 per cento) e sul versante dell’occupazione si è assistito a un ulteriore, massiccio calo.
Insomma quello che avrebbe dovuto essere un anno di ripresa per l’economia umbra, si è trasformato in un periodo di aggiuntivo peggioramento per le condizioni economiche e finanziarie. E’ quanto emerge dall’aggiornamento congiunturale del rapporto di Bankitalia. Nel 2014 è continuata la recessione, è peggiorato il clima di fiducia delle imprese ed è proseguita la contrazione dell’occupazione, con la disoccupazione al livello più elevato degli ultimi 20 anni (nella media del primo semestre il numero di occupati è diminuito dell’1,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013).
Unico dato positivo quello per il turismo – In base ai dati della Regione, nei primi otto mesi del 2014 le presenze turistiche sono aumentate dell’1,1. All’aumento delle presenze italiane (2,9 per cento) si è contrapposta la flessione della componente straniera (-1,8) ma si sono ridotti i volumi di traffico dell’aeroporto regionale: secondo i dati diffusi da Assaeroporti, nei primi nove mesi dell’anno il numero di passeggeri è diminuito del 2,9 per cento.
Costruzioni e mercato immobiliare – Nel primo semestre del 2014 è proseguita la contrazione dell’attività nell’edilizia. Secondo il sondaggio della Banca d’Italia le imprese che hanno registrato una riduzione del valore della produzione prevalgono nettamente su quelle che hanno riscontrato un aumento. Per il 2015 non emergono segnali di ripresa dei livelli di attività economica. In base ai dati di InfoCamere-Movimprese, il saldo tra iscrizioni e cancellazioni nel primo semestre dell’anno in rapporto al totale delle aziende attive all’inizio del periodo è rimasto negativo.
Industria – Secondo i risultati del sondaggio svolto dalla Banca d’Italia in autunno su un campione di 145 imprese industriali, la quota di aziende che ha segnalato una riduzione del fatturato nei primi nove mesi del 2014 prevale per quasi dieci punti percentuali su quella di chi ha indicato un aumento. Per quanto riguarda i pronostici per i prossimi mesi quasi il 40 per cento delle aziende ritiene probabile un aumento degli ordini; circa il 20 per cento si attende un ulteriore calo.