Secondo l’ultima Relazione economico sociale dell’Aur, le prospettive di crescita della regione sono ancora condizionate dalle tensioni geopolitiche e dal rallentamento della domanda globale
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, rappresenta la principale leva su cui poggiare le basi per lo sviluppo
“L’Umbria che lavora alla ricerca del salto di qualità”, questo il titolo dell’ultima relazione economico-sociale pubblicata dall’Aur (Agenzia Umbria Ricerche). Il rapporto fa il punto sulla situazione congiunturale della regione rendendo disponibili i dati più recenti relativi a Pil, valore aggiunto, commercio estero, imprese, turismo, lavoro, retribuzioni.
L’Umbria, in linea con quanto si verifica in Italia, assiste a un rallentamento della crescita, conseguente alla decelerazione dell’economia a livello internazionale. L’indebolimento dell’industria europea, a partire da quella tedesca, e la stretta monetaria continuano a frenare la produzione manifatturiera e il commercio mondiale. Inflazione e aumento del costo del credito hanno contenuto l’effetto espansivo del rimbalzo post-pandemia attraverso la contrazione di investimenti e consumi da parte di imprese e famiglie.
Il ruolo dell’export
La flessione dell’export ha contribuito a tenere basso l’impulso derivante dalla domanda finale, che in sostanza è stata trainata solo dalla spesa per consumi finali delle famiglie.
Il mercato del lavoro
Sul versante dell’occupazione, la ripresa del mercato del lavoro nella regione è stata negli ultimi mesi più sostenuta di quella nazionale. Tuttavia – emerge dalla relazione dell’Aur – perdura lo svantaggio retributivo del lavoro dipendente nel settore privato in Umbria, come conseguenza di un appiattimento verso il basso delle qualifiche lavorative e dell’insufficiente livello di produttività del sistema regionale, che ormai da tempo frena le potenzialità di sviluppo.
Cosa succederà quest’anno
Le prospettive per il 2024 sono ancora fortemente condizionate dalle tensioni geopolitiche e dal rallentamento della domanda globale. In questo quadro incerto, la principale leva su cui poggiare le aspettative di crescita resta dunque il PNRR, la cui attuazione dovrebbe cominciare a dispiegare in modo più robusto gli effetti propulsivi sull’economia e favorire finalmente l’irrobustimento della competitività del sistema produttivo.