Le celebrazioni in cattedrale…
I lavoratori e il peso dell’incertezza per il futuro ma anche la determinazione e la forza nel cogliere segnali positivi in un contesto economico ancora altalenante. Sono stati loro i destinatari della lavanda dei piedi nelle celebrazioni del giovedì santo in cattedrale a Terni.
Il vescovo Ernesto Vecchi ha presieduto la celebrazione in “Coena Domini” in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena, nel corso della quale ha ripetuto il gesto della lavanda dei piedi a 12 uomini, in rappresentanza del mondo del lavoro, operai, cassaintegrati e lavoratori delle cooperative sociali. Una celebrazione all’insegna della comunione e solidarietà manifestata nel significato profondo della memoria dell’ultima cena.
“È la solennità del nostro riscatto, del rinnovamento del mondo” – ha detto monsignor Vecchi durante l’omelia. “Un gruppo di persone, che si radunano attorno a una mensa, esprimono sempre, almeno implicitamente, una volontà di comunione, un desiderio di tranquilla amicizia, una ricerca di serenità e di concordia – ha aggiunto -L’eucarestia ci è data come dono di un amore – che questa sera viene esplicitato nel rito della lavanda dei piedi – e che arriva al massimo dell’intensità. Ci è data perché significhi e operi la vita di incorporazione che fa di noi una sola cosa con Cristo; perché significhi e operi la benevolenza che deve unirci tra noi; perché significhi e operi nel mondo il prodigio inesauribile della Chiesa”. “Quella sera di giovedì a Gerusalemme – ha sottolineato ancora il vescovo – nello stesso cenacolo, alla stessa mensa, si affrontarono l’amore di Dio e il tradimento dell’uomo. Ma vinse l’amore, così ci insegna l’eucaristia”.