La situazione in Umbria secondo l’indagine condotta da Cna sulle aliquote di Imu, Tasi e Tari deliberate per il 2014 dai principali Comuni
Ad essere più penalizzate sono sempre le imprese più piccole. Questa volta al centro dell’attenzione c’è l’arrivo della Iuc. E’ quanto emerge dall’indagine, condotta da Cna Umbria in collaborazione con il centro studi Sintesi, sulle aliquote deliberate dai 18 maggiori Comuni umbri in materia di imposta unica comunale, la tassa che dal 2014 ha accorpato i tributi sugli immobili (Imu e Tasi) e sui rifiuti (Tari).
La situazione nei Com uni umbri – Nel 2014 i Comuni che hanno applicato le tasse più elevate nei confronti della micro-piccola impresa sono Perugia e Terni (nei quali si concentra circa il 40% delle piccole imprese della regione), mentre quelli in cui ad essere penalizzate sono state le imprese di maggiori dimensioni sono Bastia Umbra, Assisi e Umbertide. Gli incrementi maggiori rispetto al 2013 si sono verificati invece a Spoleto, Fabro, Assisi e Umbertide. L’unico Comune in cui si è registrata, in base ai dati in nostro possesso, una diminuzione della tassazione locale verso tutte le tipologie di imprese è quello di Orvieto.
Renato Cesca – “Dopo i notevoli incrementi degli anni scorsi conseguenti alla sostituzione dell’Ici con l’Imu – dichiara Renato Cesca, presidente di Cna Umbria – la tassazione locale sugli immobili fa registrare aumenti anche nell’anno in corso, soprattutto a carico delle micro-piccole imprese. Qualche diminuzione si registra per le piccole imprese più strutturate sul fronte della tassa sui rifiuti, anche se in gran parte esse sono imputabili all’abolizione del prelievo statale aggiuntivo di 30 centesimi al mq per i servizi indivisibili. Ma nel complesso l’introduzione della IUC si è tradotta mediamente in un aumento del 4% della tassazione locale a carico delle imprese di minori dimensioni. È andata un po’ meglio alle imprese con sedi operative di maggiori dimensioni, per le quali gli aumenti medi sono stati del 2%, mentre più avvantaggiate sono state le piccole imprese che hanno sedi strumentali più grandi, le quali tra il 2013 e il 2014 hanno ottenuto una riduzione media delle imposte locali dell’8%. È vero – prosegue Cesca – che i Comuni continuano a dover fare gli esattori per conto dello Stato, che incamera una percentuale importante dell’Imu; è anche vero però che, anno dopo anno, l’unica risposta per far fronte alle difficoltà finanziare che viene sia dai Comuni che dallo Stato, continua ad essere quella dell’aumento delle imposte, nonostante il Pil continui a calare inesorabilmente e nonostante gli annunci di riforme”.
Roberto Giannangeli – “Rispetto alla Tari – aggiunge Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria – registriamo un risultato importante, frutto anche delle nostre battaglie, e cioè quello relativo all’abbattimento forfettario delle superfici soggette a tassazione per quelle imprese produttrici di rifiuti speciali non assimilabili agli urbani. Purtroppo però tale possibilità non sempre è stata riconosciuta per le micro-imprese, per cui la richiesta che avanziamo con forza ai Comuni è quelle di procedere in tale direzione anche nei confronti di questo tipo di aziende, che continuano di gran lunga ad essere le più numerose in una regione come la nostra.
Per il 2015, intanto, si preannuncia l’aumento delle rendite catastali e l’introduzione della “Local Tax“, che andrà a sostituire l’Imu e la Tasi.
“Restiamo in attesa di conoscere e valutare i bilanci previsionali dei Comuni per il 2015 – conclude Giannangeli – a cominciare da quello di Perugia. A tutti chiediamo di rendere pubblici i costi relativi allo smaltimento dei rifiuti, perché crediamo che da lì si debba partire per ridurre l’imposta in modo non episodico, rinegoziando i contratti in essere”.