Nella classifica di Fondazione Impresa, la regione è al secondo posto a livello nazionale, per “grado di difficoltà” cui sono sottoposte le attività imprenditoriali
L’Umbria si piazza ai primi posti, medaglia d’argento per l’esattezza. Ma il risultato questa volta è tutt’altro che incoraggiante. Disagi e difficoltà nel fare impresa, questo il tema dell’indagine condotta a livello nazionale da Fondazione Impresa e pubblicata su “Il Sole 24 Ore” del 30 giugno 2014. Le prime due posizioni della classifica sono occupate dall’inedita coppia Sicilia e Umbria. Sono le due regioni in cui gli imprenditori incontrano disagi molto alti. Al 20° posto si trova il Trentino Alto Adige dove, in base a quanto emerso, vi sarebbero tutti i requisiti utili a fare impresa con maggior facilità.
Metodologia – L’indagine è partita dalla verifica del grado di criticità del contesto economico e imprenditoriale in particolare alle piccole (fino a 20 addetti) e piccolissime imprese (fino a 5 addetti)
I 12 indicatori di riferimento – Variazione % primo trimestre 2014/primo trimestre 2009 delle piccole imprese attive (fino a 5 addetti); tasso di sopravvivenza delle imprese (a 5 anni); fallimenti ogni 10mila imprese; procedure concorsuali ogni mille imprese (fino a 5 addetti; variazione percentuale del Pil regionale reale; credi crunch alle piccole imprese (variazione% prestiti alle imprese con meno di 20 addetti marzo 2014/marzo 2013); tassi di interesse per famiglie produttrici (fino a 5 addetti); concentrazione del credito (finanziamenti maggiori affidati); densità autostradale (chilometri di autostrade ogni 10mila autovetture); densità ferroviaria (chilometri di rete ferroviaria ogni 100 chilometri quadrati); quota di imprese innovatrici; utilizzo della banda larga.
Il quadro complessivo – Sicilia e Umbria si caratterizzano per il grado di disagio imprenditoriale più alto, posizionandosi al di sopra della media italiana che è pari al 52,9, con punteggi rispettivamente di 64,2 e 63,5. Rispetto al 2013 l’Umbria risulta particolarmente penalizzata: dal 4° posto sale al 2° tra le regioni più disagiate a causa soprattutto dei tassi di interesse praticati alle imprese fino a 5 addetti e dal credit crunch alle piccole aziende.
La mappa delle difficoltà – 1 Sicilia; 2 Umbria; 3 Basilicata; 4 Campania; 5 Calabria; 6 Sardegna; 7 Molise; 8 Marche; 9 Lazio; 10 Puglia; 11 Lombardia; 12 Friuli Venezia Giulia; 13 Emilia Romagna; 14 Veneto; 15 Abruzzo; 16 Liguria; 17 Toscana 18 Piemonte; 19 Valle d’Aosta; 20 Trentino Alto Adige.