Il 14 febbraio l’inaugurazione della statua dedicata al Patrono della città di Terni
Entrano nel vivo le festività valentiniane ma non mancano le polemiche
Città dell’acciaio e del santo degli innamorati. Questa la doppia matrice che da sempre caratterizza Terni. A sancire ufficialmente il singolare connubio è la statua raffigurante San Valentino, il cui pastorale è stato realizzato con l’acciaio fornito proprio dall’azienda Acciai Speciali Terni, in collaborazione con il Polo di manutenzione delle armi leggere.
L’inaugurazione si terrà nel corso della festività del 14 febbraio, dopo il solenne pontificale del mattino. L’opera in travertino romano, alta 3,5 metri, viene collocata al centro della rotatoria “Agostino Pensa” alle spalle della basilica. Si tratta dell’unica scultura dedicata al Protettore degli innamorati, posta lungo le vie cittadine. (Nella foto il plastico dell’installazione).
La realizzazione è stata affidata agli scultori Claudio Morucci e Michele Bruni, autori di numerose opere a soggetto sacro, noti anche per essere stati i manutentori del pavimento dell’opera del duomo di Siena.
Il volto e gli arti superiori della statua, sono una riproduzione fedele di quella posta sotto l’altare maggiore della basilica.
Acciaio e San Valentino dunque, due pilastri che nonostante tutto continuano a rappresentare per la città volano di sviluppo e attrazione turistica ma occorre fare di più e meglio, almeno secondo il presidente della Camera di commercio di Terni, Enrico Cipiccia, che punta il dito contro l’eccessiva lunghezza del cartellone degli eventi valentiniani 2014 che proseguiranno fino al 9 marzo. “Sarebbe opportuno – afferma – concentrare la lunghezza: una settimana, 10 giorni al massimo, per richiamare così turisti anche da fuori città. Non servono Fondazioni e associazioni – prosegue lanciando frecciate a destra e a manca – occorrono idee, noi siamo pronti a finanziare iniziative di spessore e di qualità. I piccoli eventi non servono a nulla”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, seppur da un altro punto di vista, il monito lanciato da Monsignor Ernesto Vecchi, vescovo della città: “San Valentino non deve essere svenduto per un piatto di lenticchie, bisogna organizzare qualcosa in grande” per dare alla festa un più ampio respiro “San Valentino, appartiene a tutti. È il santo dell’amore ma dell’amore cristiano, per questo è necessario – prosegue Monsignor Vecchi – non disperderne il patrimonio spirituale e civico”.