La pandemia ha scombinato certezze e consuetudini ed ecco che anche il mercato del lavoro deve fare i conti con nuove esigenze e cambi di paradigma
Se per alcune figure professionali si assiste a un drastico calo nelle assunzioni per altre invece si verifica la situazione opposta. A gennaio e per il trimestre gennaio-marzo 2021 si registra, infatti, un 23-25% in meno (rispetto allo stesso periodo del 2020) nelle intenzioni delle imprese di stipulare nuovi contratti ma si fanno largo dei settori che resistono e crescono, nonostante tutto.
E’ quanto mostra il Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
Primi segnali di crescita si scorgono per le costruzioni (+2,6% nel mese e +13,3% nel trimestre) e per i servizi informatici e delle telecomunicazioni (+4,0% nel trimestre). A recuperare più velocemente saranno le regioni del Nord Ovest, in primis Lombardia e Piemonte.
Tecnici, specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali ma anche operai specializzati le figure professionali che saranno maggiormente ricercate.
L’impatto dell’emergenza si farà ancora sentire sulle attività legate all’alloggio e ristorazione (-52,2% la flessione nel mese e -47,2% nel trimestre), sui servizi operativi di supporto alle imprese (-34,3% e -36,6%), nonché su alcuni comparti del manifatturiero fra cui le industrie della carta, cartotecnica e stampa (-46,0% e -56,5%), industrie tessili, abbigliamento e calzature (-27,7% e -31,1%).
Accanto alle costruzioni e ai servizi legati al digitale, primi segnali di recupero della domanda si registrano per le industrie del legno e del mobile (-19,0% nel mese e in parità nel trimestre), i servizi avanzati di supporto alle imprese (-2,0% e -0,3%), per le industrie meccaniche ed elettroniche (-27,9% e -13,2%). I profili tecnici diventano la prima categoria professionale per richiesta delle imprese (71mila i profili nel mese di gennaio).
Tengono le professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione (-12,4%) così come le figure operaie specializzate (-14,9%), con una ulteriore conferma della polarizzazione della domanda di lavoro.
Fra le figure maggiormente ricercate, si segnalano in particolare gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (9mila i contratti da stipulare a gennaio, il 52,6% in più dello scorso anno), figure che hanno supportato l’accelerazione della trasformazione digitale indotta dalla pandemia.
Opportunità che spesso cadono nel vuoto per l’annoso problema della difficoltà di reperimento. Per la ripresa le imprese puntano su profili con elevate competenze per i quali, già prima degli eventi del 2020, si registrava un maggiore mismatch fra domanda e offerta che ora si acuisce portando a livelli ancora più elevati la difficoltà di reperimento: sono difficili da reperire il 43% delle professioni intellettuali, scientifiche ed a elevata specializzazione, il 43,5% delle professioni tecniche e il 43,6% degli operai specializzati.