Le tecnologie che consentono il trattamento e lo scambio delle informazioni in formato digitale sempre più al centro di piani aziendali e di progetti formativi in ambito universitario
L’ultimo Rapporto Censis mostra come nel 2018 il comparto abbia registrato 62 miliardi di euro di valore aggiunto, con un incremento rispetto al 2016 di 3,6 miliardi di euro
Infinite opportunità per la “crescita” e il miglioramento del sistema produttivo e, di conseguenza, per le ricadute occupazionali. Insieme a quello del turismo è l’Ict il comparto che avrà un ruolo di grande contenitore dell’occupazione e di driver fondamentale per l’economia secondo i dati del 53° Rapporto Censis.
Tuttavia le competenze digitali in Italia all’interno delle imprese sono ancora limitate. Secondo i dati Istat relativi al 2018 l’80% delle aziende nella Penisola è caratterizzato da un basso profilo tecnologico sul piano delle tecnologie che consentono il trattamento e lo scambio delle informazioni in formato digitale. L’Italia nel 2019 è al 24° posto in Europa, secondo la classifica Desi (Digital Economic and Society Index) pubblicata dalla Commissione Europea.
Nelle scorse settimane l’Università di Perugia così come è avvenuto per altri atenei italiani è entrata a far parte della Huawei ICT Academy. “L’obiettivo – spiegano dall’Università – è lo sviluppo di competenze digitali su tecnologie quali AI, Big Data, Cloud Computing, attraverso una piattaforma di apprendimento on line”.
“La dimensione internazionale delle reti d’impresa – ha commentato il rettore Maurizio Oliviero – ci impone di offrire una formazione all’avanguardia nel campo delle nuove tecnologie, al fine di trasformare le sfide del mercato globale in opportunità concrete per i nostri studenti, docenti e ricercatori”.
L’ultimo Rapporto Censis mostra come nel 2018 il comparto Ict abbia registrato 62 miliardi di euro di valore aggiunto, con un incremento rispetto al 2016 di 3,6 miliardi di euro. Il 91,7% del valore aggiunto ha origine nelle attività dei servizi, di cui la parte prevalente (il 55,7%) riguarda attività di programmazione, consulenza, data processing, portali web.. Tra il 2016 e il 2018 il settore Ict ha aumentato la base occupazionale di 31.000 addetti (+4,8%).
In totale il settore occupa oggi 677.000 persone. Anche in questo caso sono le attività di servizio legate alla programmazione e alla consulenza a segnare il risultato più importante, con un aumento del 7,4% nei due anni, cioè 32.000 addetti aggiuntivi. Nel 2018 il 56,4% delle imprese italiane ha dichiarato di aver effettuato investimenti per adottare sistemi di sicurezza informatica: valori più alti tra le imprese manifatturiere (58,8%) e tra le imprese a maggiore dimensione, con almeno 500 dipendenti (86,6%).
Il lavoro che cambia, in crescita gli occupati con l’Ict Le tecnologie che consentono il trattamento e lo scambio delle informazioni in formato digitale sempre più al centro di piani aziendali e di progetti formativi in ambito universitario L’ultimo Rapporto Censis mostra come nel 2018 il comparto abbia registrato 62 miliardi di euro di valore aggiunto, con un incremento rispetto al 2016 di 3,6 miliardi di euro Infinite opportunità per la “crescita” e il miglioramento del sistema produttivo e, di conseguenza, per le ricadute occupazionali. Insieme a quello del turismo è l’Ict il comparto che avrà un ruolo di grande contenitore dell’occupazione e di driver fondamentale per l’economia secondo i dati del 53° Rapporto Censis. Tuttavia le competenze digitali in Italia all’interno delle imprese sono ancora limitate. Secondo i dati Istat relativi al 2018 l’80% delle aziende nella Penisola è caratterizzato da un basso profilo tecnologico sul piano delle tecnologie che consentono il trattamento e lo scambio delle informazioni in formato digitale. L’Italia nel 2019 è al 24° posto in Europa, secondo la classifica Desi (Digital Economic and Society Index) pubblicata dalla Commissione Europea. Nelle scorse settimane l’Università di Perugia così come è avvenuto per altri atenei italiani è entrata a far parte della Huawei ICT Academy. “L’obiettivo – spiegano dall’Università – è lo sviluppo di competenze digitali su tecnologie quali AI, Big Data, Cloud Computing, attraverso una piattaforma di apprendimento on line”. “La dimensione internazionale delle reti d’impresa – ha commentato il rettore Maurizio Oliviero – ci impone di offrire una formazione all’avanguardia nel campo delle nuove tecnologie, al fine di trasformare le sfide del mercato globale in opportunità concrete per i nostri studenti, docenti e ricercatori”. L’ultimo Rapporto Censis mostra come nel 2018 il comparto Ict abbia registrato 62 miliardi di euro di valore aggiunto, con un incremento rispetto al 2016 di 3,6 miliardi di euro. Il 91,7% del valore aggiunto ha origine nelle attività dei servizi, di cui la parte prevalente (il 55,7%) riguarda attività di programmazione, consulenza, data processing, portali web.. Tra il 2016 e il 2018 il settore Ict ha aumentato la base occupazionale di 31.000 addetti (+4,8%). In totale il settore occupa oggi 677.000 persone. Anche in questo caso sono le attività di servizio legate alla programmazione e alla consulenza a segnare il risultato più importante, con un aumento del 7,4% nei due anni, cioè 32.000 addetti aggiuntivi. Nel 2018 il 56,4% delle imprese italiane ha dichiarato di aver effettuato investimenti per adottare sistemi di sicurezza informatica: valori più alti tra le imprese manifatturiere (58,8%) e tra le imprese a maggiore dimensione, con almeno 500 dipendenti (86,6%).