“La grande difficoltà sarà nel reperire tecnici specializzati”, l’allarme della Cgia di Mestre
Vaccino o tampone, dal 15 ottobre anche per gli artigiani e i piccoli imprenditori l’attività lavorativa sarà condizionata da questa doppia opzione e obbligatorietà che in alcuni casi potrebbe comportare anche stop più o meno lunghi nella produzione. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre secondo cui in queste ore molti piccoli imprenditori sperano nell’effetto annuncio “ovvero che entro il prossimo 15 ottobre la gran parte dei 3,7 milioni di dipendenti del settore privato che non si sono ancora vaccinati1 lo facciano”.
Tante aziende, infatti, potrebbero trovarsi nella condizione di dover bloccare l’attività lavorativa perché impossibilitate ad avvalersi dell’apporto, in particolar modo, di tecnici e operai altamente specializzati che costituiscono l’asse portante di queste realtà.
La Cgia mette in evidenza come ad oggi un dipendente privato su 4 non sia vaccinato “Secondo i dati diffusi verso la metà di questo mese dal Governo Draghi – spiegano dall’ente – i lavoratori dipendenti del settore privato che si sono vaccinati ammontano a 11 milioni, mentre quelli che non l’hanno ancora fatto sono 3,7 milioni. Pertanto, la percentuale dei non “protetti” sul totale della categoria è pari al 25,1 per cento”.
Trovare alcune figure professionali è da tempo un’impresa quasi impossibile, soprattutto in alcune aree del Paese – sottolineano ancora dalla Cgia ricordando inoltre che in Italia il numero degli addetti medi per azienda è pari a 4 (un titolare e 3 dipendenti). L’impossibilità di rimpiazzarne anche uno, implicherebbe al titolare dell’attività di non disporre per un determinato periodo di tempo di un terzo della forza lavoro.
Per le aziende con pochi o pochissimi dipendenti, lo stop per uno di loro significa il fermo della produzione. “Certo – fanno notare dall’associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre – per ottenere il certificato verde c’è la possibilità che, in alternativa al vaccino, il dipendente si sottoponga periodicamente al tampone; ma quanti saranno disposti a sostenere un costo mensile di almeno 180 euro?”
Il dato è stato presentato dal Governo Draghi a metà settembre di questo mese, prima dell’approvazione del Decreto Legge n. 127 del 21 settembre 2021 che obbliga l’estensione del green pass a tutto il mondo del lavoro. 2 L’art. 3 comma 7 del Decreto Legge n. 127 del 21 settembre 2021 stabilisce: “Per le imprese con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il predetto termine del 31 dicembre 2021”.
Secondo l’Ufficio studi della Cgia, le imprese più a rischio potrebbero essere quelle del settore metalmeccanico, dell’edilizia, del tessile e della calzatura, dove già ora molti posti di lavoro sono scoperti perché mancano i candidati. Si tratta di: saldatori, fresatori, lattonieri, piastrellisti e orlatrici.
In base agli ultimi dati diffusi da Unioncamere e Anpal, tra quelle professioni che presentano la percentuale di difficoltà di reperibilità più elevata, vale a dire che nel 60 per cento dei casi si faticano rintracciare si trovano molti tecnici specializzati che operano nel settore metalmeccanico: saldatore, fresatore, tornitore, fabbro, manutentore e riparatore macchine fisse e mobili, addetto alle macchine a controllo numerico.
Stessa situazione di difficoltà riguarda il comparto casa/costruzioni. In questo caso le difficoltà di reperimento si riscontrano per: montatore di infissi, gruista, piastrellista, elettricista, lattoniere, cappottista, dipintore, cantoniere.
Per gli imprenditori del tessile/abbigliamento e calzature, le figure quasi introvabili sono per: orlatrice, tagliatore, prototipista, tintore, tessitore, addetto al finissaggio.
“Ora, ci chiediamo – proseguono dall’associazione – quanti lavoratori dipendenti attualmente assunti con queste mansioni non sono stati ancora vaccinati? Ovviamente, non lo sappiamo, come non conosciamo nemmeno quanti di questi operatori, dopo il prossimo 15 ottobre, non si recheranno in azienda perché sprovvisti del lasciapassare. Tuttavia, il problema, almeno in linea teorica, si pone, eccome, visto che a metà di questo mese erano 3,7 milioni i dipendenti privati non ancora immunizzati. Per tanti piccoli imprenditori, pertanto, rimpiazzare una parte di queste figure potrebbe non essere possibile. Un rischio che dobbiamo mettere in preventivo, anche se siamo convinti che per evitare che la curva epidemiologica torni a crescere – scongiurando così nuove chiusure e ulteriori limitazioni alla mobilità – è indispensabile allargare il più possibile la platea delle persone vaccinate”.