L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova la Scuola spesso evidenziandone lacune e arretratezza. In Italia il Pnrr dedica al tema educativo e della produzione di conoscenza 30,88mliardi. Obiettivo? Garantire un futuro alle nuove generazioni.
In tutto il mondo sono circa 258 milioni le bambine e i bambini che non hanno accesso all’educazione scolastica. Più della metà di loro vive in Africa Subsahariana
Secondo i dati di WeWorld Index la crisi occupazionale e la chiusura delle scuole hanno costretto le famiglie a basso reddito a ricorrere al lavoro minorile che, a causa del Covid-19, potrebbe aumentare di 8,9 milioni di casi entro la fine del 2022, e più della metà di questi riguarderebbe bambini tra i 5 e gli 11 anni
Il mondo della formazione è chiamato a svolgere un ruolo decisivo nel garantire ai giovani un futuro degno di nota. Non bastano da sole le attitudini personali. Talento e capitale umano hanno bisogno di un terreno fertile per crescere e dare nuovi frutti.
Le conseguenze della pandemia da Covid-19 si sono fatte sentire duramente a partire dal lungo periodo di chiusura e di didattica a distanza. L’Italia si è rivelato il Paese con il maggior numero di giorni con scuole chiuse in Europa come emerge dal WeWorld Index 2021, la classifica sul livello di inclusione di donne, bambine e bambini in 172 Paesi, che fotografa il mondo post pandemia analizzando la situazione di donne e bambini in relazione a 34 indicatori (ambientali, sociali, educativi, economici e di salute).
In Italia con la Missione 4 “Istruzione e Ricerca” il Pnrr dedica complessivamente al tema educativo e della produzione di conoscenza 30,88mliardi. Obiettivo? Potenziare i servizi di istruzione dagli asili nido fino alle università. La strada è già indicata. A questo punto occorre un impegno comune per garantire, in primo luogo, una preparazione adeguata a una società che, nel frattempo, è profondamente cambiata, infatti, servirà sempre di più la conoscenza delle lingue, delle nuove tecnologie, dell’economia. Per il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi “Il Pnrr è un’occasione straordinaria per disegnare il nostro futuro. Lavoriamo insieme e impegniamoci tutti per costruire una scuola nuova e riportare l’Istruzione al centro del futuro del Paese”.
A livello mondiale la situazione è ancor più complessa, in particolare in alcune aree geografiche. Prima dello scoppio della pandemia, i progressi verso un’istruzione inclusiva ed equa per tutti procedevano troppo lentamente, con la prospettiva di avere 200 milioni di bambine e bambini ancora senza scuola nel 2030. Oggi – stando ai dati del WeWorld Index “Circa 258 milioni di bambine e bambini non vanno a scuola: 59 milioni dalla primaria, 62 milioni dalla secondaria inferiore e 138 milioni dalla secondaria superiore. Più della metà di loro vive in Africa Subsahariana. La crisi occupazionale e la chiusura delle scuole hanno costretto le famiglie a basso reddito a ricorrere al lavoro minorile o ai matrimoni forzati come meccanismo di risposta. A causa del Covid-19, il lavoro minorile potrebbe aumentare di 8,9 milioni di casi entro la fine del 2022, e più della metà di questi riguarderebbe bambini tra i 5 e gli 11 anni”.
La questione del ruolo della scuola di fronte alle grandi sfide che la vedono coinvolta è stata al centro dell’iniziativa promossa dal Miur in occasione del G20 di Roma. Sotto la lente l’impatto dell’emergenza sanitaria, la capacità di preparare i giovani al mondo del lavoro e di formare nuovi cittadini locali e globali. Sul piano teorico si è fatto e si sta facendo molto. Cresce l’attesa per la fase successiva, quella in cui si dovrà mettere in pratica ciò che è stato finora annunciato.