E’ il momento del coraggio

un negozio al tempo del Covid-19

Via libera alle misure previste della fase 2. Dopo i mesi di chiusura imposti per contrastare la pandemia, riaprono ristoranti, negozi, parrucchieri…

Non più, o meglio non solo il timore di essere contagiati dal Covid-19, a questo punto il nemico da combattere è visibile ed è rappresentato dalle cifre e dalle mille difficoltà in cui le imprese italiane provano a ripartire

Con il lockdown, consumi -47,6% ad aprile e Pil -16% a maggio. Secondo Confcommercio c’è il rischio di danni permanenti all’economia. Ad alimentare l’incertezza: burocrazia e incognita sull’efficacia dei provvedimenti

“Sosteniamo la sicurezza individuale che diventa sicurezza collettiva. Sosteniamo questa voglia di ripresa con indennizzi più robusti e liquidità vera. E con più certezze. Serve un piano di ricostruzione complessiva del Paese che oggi ancora non c’è”.
Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commenta i dati diffusi oggi dall’Ufficio Studi di Confcommercio.

Da oggi, con il via libera alle misure previste dalla Fase 2 possono riaprire circa 800 mila imprese, ma il completo lockdown di aprile ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale. Infatti, dopo la flessione del 30,1% di marzo, nel mese scorso i consumi sono crollati, rispetto ad aprile 2019, del 47,6%.

Pochissimi i segmenti che sono riusciti a registrare un segno positivo (alimentazione domestica, comunicazioni ed energia), per molti altri, invece, soprattutto quelli legati alle attività complementari alla fruizione del tempo libero, la domanda è stata praticamente nulla. Cifre quasi inverosimili – commenta Confcommercio – che, purtroppo, testimoniano gli effetti derivanti dalla sospensione, non solo di gran parte delle attività produttive, ma anche di quelle sociali e relazionali dirette. E la ripartenza, iniziata già dopo Pasqua e in via di rafforzamento nella prima settimana di maggio, come risulta sia dai consumi giornalieri di energia elettrica che dalle percorrenze dei veicoli leggeri, si presenta ancora densa di difficoltà.

LA FINE DEL LOCKDOWN NON SARA’ UGUALE PER TUTTI La questione più grave – prosegue Confcommercio – è la concentrazione delle perdite su pochi importanti settori, come il turismo e l’intrattenimento, che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza, ma anche la mobilità e l’abbigliamento. Pertanto, la fine del lockdown non sarà uguale per tutti. Ma soprattutto, dopo la riapertura si avvertiranno anche dolorosi effetti su reddito e ricchezza che si protrarranno ben oltre l’anno in corso.
Anche per queste ragioni, il rimbalzo congiunturale del 10,5% del Pil, stimato per il mese di maggio, appare modesto se confrontato alle cadute di marzo ed aprile e, nel confronto annuo, la riduzione è ancora del 16%.

UNA REALTA’ FRAGILE E PROFONDAMENTE DETERIORATA
Non basteranno gli ulteriori recuperi di attività attesi da giugno in poi per cambiare significativamente la rappresentazione statistica di una realtà fragile e profondamente deteriorata. Una realtà in cui l’eccesso di burocrazia, male endemico di cui soffre il nostro Paese, ha presentato il suo conto anche durante la pandemia e nella quale anche l’efficacia dei provvedimenti messi in cantiere dalle autorità nazionali e internazionali rimane un’ulteriore incognita.

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