Ritardi nell’organizzazione, frammentazione tra le strutture ricettive, carenze nella promozione turistica ma in extremis arriva il piano redatto da Confindustria, Confcommercio, associazioni di categoria, Università degli Studi di Perugia per un corretto approccio dell’Umbria all’evento
Un’occasione perduta. Così gli albergatori umbri definiscono l’Expo 2015. Mancano ormai pochi mesi al taglio del nastro ma è stato fatto poco o nulla per sfruttare l’enorme potenzialità offerta dall’l’esposizione universale di Milano. Si prevedono oltre 20 milioni di visitatori. Quanti, dopo la tappa milanese, raggiungeranno l’Umbria?
I grandi tour operator chiudono i propri cataloghi già a 12-18 mesi dall’evento. I titolari di strutture alberghiere, pertanto, avrebbero dovuto avere in mano da molto tempo prima il calendario delle iniziative, mese per mese un quadro completo dei padiglioni coinvolti, dei Paesi presenti, delle animazioni.
“Se facciamo una riflessione dal punto di vista prettamente turistico, possiamo dire che la possibilità di far soggiornare in Umbria almeno parte delle persone che arriveranno da tutto il mondo per partecipare alle grande manifestazione di Milano, è stata quasi completamente persa” – riferiscono dalla sezione turismo-Confindustria regionale.
La cause sono molteplici Sicuramente i ritardi nell’organizzazione hanno inciso in maniera negativa sul coinvolgimento delle aziende e delle imprese. Altra questione è quella della frammentazione: “I grandi contractors del turismo – sottolineano da Confindustria – non vogliono avere a che fare con i singoli alberghi, hanno la necessità di contrattare con una rappresentanza significativa di posti letto. Questa situazione, che non riguarda solo l’Umbria, è stata messa in evidenza anche dal commissario straordinario dell’Expo. Purtroppo gli albergatori, o titolari di strutture ricettive, fanno fatica a capire che per entrare in contatto con quelle realtà, che ancora oggi sono importanti per il trasferimento di numeri considerevoli di turisti, non ci si muove da soli, è necessario che ci sia un unico contraente che rappresenti 100, 200, 500 strutture”.
C’è chi si è mosso per tempo – Alcuni Paesi si sono mossi per tempo – La Svizzera ad esempio ha promosso se stessa affermando: “bellissimo andare all’Expo di Milano e soggiornare la sera sulle nostre montagne”. La Francia già dal 2012 ha organizzato proposte turistiche e itinerari che iniziano a Milano, proseguono a Firenze, Roma per poi concludersi nei propri alberghi.
“Sul fronte del turismo intermediato – proseguono da Confindustria – temiamo che l’Italia abbia perso una grossa opportunità. Chi trarrà beneficio dall’Expo 2015 sarà ovviamente Milano, la Lombardia, le grandi mete classiche come Venezia, Firenze, la Toscana in generale perché è già conosciuta nel mondo”.
Un piano in extremis – Per questo motivo Confcommercio, associazioni di categoria, Università degli Studi di Perugia e Confindustria, insieme ad altri partners regionali hanno elaborato un piano per un corretto approccio dell’Umbria all’evento. In esso sono indicate le esigenze mediatiche e la necessità di costruire un’agenda di contatti e appuntamenti internazionali. “Da parte del mondo associativo e delle imprese – concludano da Confindustria – c’è attenzione, c’è una programmazione che ci auguriamo possa essere ascoltata, assecondata e sostenuta dalla Regione”.