Prosegue in tutta l’Unione europea il lento recupero del sentimento economico, l’Italia è terza
È soprattutto il commercio al dettaglio a far risalire il sentimento economico nell’Eurozona. Il settore ha fatto registrare un aumento pari a 10,4 punti grazie alle migliorate aspettative sull’adeguatezza del volume delle scorte. Seguono i servizi (+8 punti), l’industria (+5,8), le costruzioni (+4,9) e i consumatori (+4,1).
Aumenta dunque l’Esi nell’Eurozona e in Ue, (sebbene, con un punteggio di 75,7 nell’Eurozona e 74,8 nella Ue-27 resti sui livelli più bassi degli ultimi vent’anni) confermando i primi segnali di ripresa mostrati a maggio e a giugno fa registrare una crescita più marcata: lo scrive la Commissione Ue pubblicando l’indicatore Esi aumentato rispettivamente di 8,2 e 8,1 punti.
Gli aumenti più significativi si sono registrati in Francia (+9,4), Paesi Bassi (+8,3), Spagna e Italia (entrambe +8,2). In netto miglioramento anche l’indicatore delle aspettative sull’occupazione (Eei): +12,7 punti nell’Eurozona, e +11,9 nella Ue-27.
L’indicatore del sentimento economico è pubblicato mensilmente dalla Commissione europea ed è costituito da cinque indicatori di confidenza settoriale con pesi diversi: indicatore di fiducia industriale (40%); indicatore di fiducia nella costruzione (5%); indicatore di fiducia dei servizi (30%); indicatore di fiducia dei consumatori (20%); indicatore di fiducia nel commercio al dettaglio (5%).
Nel mese di marzo aveva fatto registrare la discesa più forte di sempre, crollando in modo drammatico sia nell’area euro (-8,9 punti a quota 94.5), sia nell’Unione Europea (-8,2 punti a quota 94,8), secondo i dati pubblicati oggi dalla Commissione.
Ora si registrano i primo segnali di ripresa anche per quanto riguarda la fiducia dei servizi finanziari (non inclusi nell’Esi) che hanno neutralizzato il crollo del 40% registrato tra febbraio e aprile. Per quanto riguarda le aspettative sull’occupazione, l’Eei ha proseguito la ripresa registrata a maggio segnando un punteggio di 82,8 nell’Eurozona e 82,7 in Ue. Bene anche l’Italia, oltre la media Ue con 84,9.