Non solo l’ambiente e la sua salvaguardia, l’economia circolare porterà non pochi vantaggi anche al mondo dell’industria
Risparmio, nuovi business e posti di lavoro, il pacchetto appena approvato dall’Unione Europea contiene in sé numerosi aspetti, le cui conseguenze potranno essere assaporate di qui a qualche anno.
ECCO IN SINTESI COSA PREVEDE L’ACCORDO Il 65% di riciclaggio dei rifiuti solidi urbani al 2035, con target intermedi del 55% al 2025 e 60% al 2030. Per gli imballaggi, invece, si prevedono target del 65% al 2025 e del 70% al 2030, con due sotto-obiettivi per gli imballaggi in plastica, che dovranno essere riciclati almeno per il 50% nel 2025 e per il 55% nel 2030. Per le discariche il target è fissato al 10% entro il 2035.
In linea con gli obiettivi Onu per lo Sviluppo sostenibile, nel pacchetto è previsto anche che vi sia un dimezzamento entro il 2030 degli sprechi alimentari lungo la catena di produzione, distribuzione e consumo, con obiettivi di riduzione obbligatori che saranno fissati nel 2023.
Dal 2023 sarà obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti di materiali organici (“bio-waste”), da avviare al compostaggio. La raccolta selettiva obbligatoria è prevista anche per i materiali tessili e per i materiali pericolosi nei rifiuti domestici (come vernici, pesticidi, oli e solventi).
I VANTAGGI PER LE AZIENDE Il pacchetto sull’economia circolare offrirebbe anche potenzialità di risparmio per le aziende europee pari a 600miliardi l’anno. Stando alle analisi della Commissione Eu, genererà 140mila posti di lavoro oltre a permettere il taglio di 617 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2035.
COSA SI STA FACENDO IN UMBRIA “Avere un territorio più sostenibile lo fa diventare più competitivo e appetibile”, ha detto il sindaco di Perugia, Andrea Romizi nel corso della recente presentazione del “Report sullo stato e sulle iniziative per la sostenibilità dell’Università degli Studi di Perugia”
“Le Università hanno il merito di aver contribuito a far sì che il tema della sostenibilità ambientale uscisse dalla fase della riflessione scientifica ed accademica, per entrare concretamente nei luoghi delle istituzioni e delle politica, di chi insomma ha la responsabilità della programmazione strategica. Da qui, dalle Università, è venuto un contributo straordinario rispetto al tema dello sviluppo sostenibile, attraverso la qualità della ricerca scientifica e dell’elaborazione teorica” – Marini
RACCOLTA DIFFERENZIATA IN UMBRIA La presidente Marini ha citato, a questo proposito, il significativo dato della raccolta differenziata dei rifiuti, “passata in Umbria dal 28 per cento del 2013 al 60 per cento attuale, con città dove si raggiungono punte del 70 per cento ed oltre. Con ciò – ha concluso – dimostrando come sia possibile far entrare direttamente nella vita delle persone un modello di sviluppo ambientalmente sostenibile”.