L’intervento di Filcams e Fp Cgil di Perugia a sostegno del personale all’opera nelle mense scolastiche, in una nota del 26 ottobre 2015
Non passa giorno oramai che le cuoche e scodellatrici delle mense delle scuole materne del Comune di Perugia, non si ritrovino loro malgrado, citate più o meno velatamente, in tutti i giornali della cronaca locale, per non parlare di internet, Facebook, Twitter e chi più ne ha più ne metta. Checché se ne dica, se si scrive che nei pasti dei bimbi sono stati rinvenuti “ossicini” o “lische”, se le porzioni dei bimbi sono ritenute insufficienti, se l’acqua che si porta a tavola è quella del rubinetto anziché quella in bottiglia, le storiche “cuciniere” si sentono chiamate in causa. Si sentono chiamate in causa perché, semplicemente, questo è il loro lavoro e per questo vengono retribuite. Dobbiamo, purtroppo constatare, a questo punto della storia, che il loro lavoro sta divenendo un vero e proprio incubo.
Come Filcams e Fp Cgil di Perugia, abbiamo convocato l’ennesima assemblea di tutte le operatrici, e grande è stato il rammarico nel vedere la sofferenza e la preoccupazione nel volto di queste cuoche, dalla grande esperienza, che questo lavoro lo fanno con amore, dignità e coscienza, perché prima di essere cuoche, sono madri, spesso nonne o più semplicemente donne. Donne che del cucinare hanno fatto un lavoro, ma che, come usualmente succede, questo “mestiere” lo praticano pure a casa loro, sfamando intere famiglie. Molto spesso hanno figli o nipoti che frequentano questo o quell’asilo. Non stiamo parlando di giovani donne fresche del mestiere, ma di persone con decenni di anzianità di servizio presso le scuole materne del Comune di Perugia, prima in gestione diretta, poi tramite agenzie interinali, sino alla famosa esternalizzazione del servizio di 4 anni fa.
Conosceranno queste lavoratrici come si cucina per un bambino?
Come si può pensare, ad esempio, che lavoratrici così esperte e formate non conoscano la grammatura delle porzioni, che non è decisa né dal Comune né dalle Cooperative, ma, come la legge vuole, dalla Asl di competenza. Sapranno le stesse che l’acqua del rubinetto è assolutamente potabile, se non migliore di quella delle bottiglie e che probabilmente anche a casa quella dovremmo bere? Il fatto di utilizzare prodotti a Km 0, carne e pesce fresca, prodotti di stagione e non congelati o preconfezionati, potrebbe a volte coincidere con la possibilità di trovare una lisca od un ossicino nel cibo? Ovviamente, tutto questo non dovrebbe succedere e mai sarà sufficiente l’attenzione da prestare nel cucinare per i bimbi, ma, in tutta coscienza, a chi non è mai successo a casa con i propri cari? In fin dei conti, poi, sono le maestre stesse, in sinergia perfetta con le cuoche, che nell’aiutare i bambini a mangiare faranno il controllo finale, per eliminare ogni possibilità di pericolo per i bimbi. Invece, è scattata una vera e propria caccia alle streghe, alla ricerca di ogni piccolo errore, con tanto di foto scattate ai piatti, telefonate ai giornali e utilizzo di ogni possibile cassa di risonanza.
A questo punto la domanda sorge spontanea: a chi giova tutto questo?
Per rimanere in tema, appare evidente che le cuoche delle mense degli asili del Comune di Perugia, si siano trasformate nella classica “fetta di prosciutto” fra due contendenti. Su di loro e sul loro lavoro si sta portando avanti una battaglia senza esclusione di colpi fra il Comune ed il comitato dei genitori.
Come Filcams e FP Cgil di Perugia, abbiamo sempre mantenuto una neutralità politica nella vicenda, abbiamo avuto un incontro con il comune di Perugia a cui abbiamo esposto le nostre preoccupazioni e le problematiche che abbiamo riscontrato nella gestione del servizio, come fatto in passato anche con le precedenti giunte comunali. A giorni avremo un incontro con l’ATI, con la quale dovremo chiarire alcuni punti sui carichi e sui metodi di lavoro, ma non abbiamo più intenzione di rimanere silenti in una battaglia che non ci interessa e nella quale stiamo diventando uno strumento involontario.
Confidiamo che i contendenti trovino un sistema per relazionarsi fra di loro, come parti sociali, ci rendiamo anche disponibili a promuovere un incontro fra il Comune ed il comitato dei genitori, dal quale però non è possibile tenere fuori chi in realtà il lavoro di dare da mangiare ai bimbi lo sta facendo, nel migliore dei modi, con grande professionalità e sudore della fronte. Quello che sicuramente non può essere messo in discussione è il rispetto della dignità delle cuoche di Perugia. Per questo auspichiamo che non si usi la questione mense a Perugia per una mera speculazione politica e che nei banchi del Comune di Perugia si trovino argomenti di più alto spessore su cui confrontarsi e ai quali dedicarsi con la stessa solerzia.