Non solo ad alta quota, Erling Kagge scrittore, esploratore e alpinista norvegese è convinto che una buona dose di coraggio sia utile anche nella vita di ogni giorno
Primo uomo a raggiungere il Polo Sud in solitaria e il primo a raggiungere i tre poli: Nord, Sud e una cima dell’Everest, Kagge nel libro Tutto quello che non ho imparato a scuola (Einaudi) spiega che “Il coraggio non è una qualità ben definita o una dote innata. È una forza che col passare del tempo si sviluppa, si rafforza o si esprime…” e che non è necessario trovarsi in situazioni “estreme” per mostrarlo
Eccone un breve estratto
“…Quando mi trovo di fronte a pericoli o sfide, io vivo in tutt’altro modo; dànno più sapore all’esistenza e io mi sento vivo. Il presente e il futuro non hanno più importanza. L’unica cosa che conta è la situazione contingente. Tutto il resto… il sogno di vincere al lotto, di comprarmi un’auto più bella di quella del mio vicino, le ambizioni che qualcuno mi ha inculcato… non ha più valore. Più la mia esistenza acquista significato, più mi sento forte. A Oslo sono fagocitato da mille esperienze che si susseguono ininterrottamente, e ho come l’impressione che la mia consapevolezza si disperda, mentre durante le spedizioni spesso accade proprio il contrario. La mia consapevolezza è maggiore se mi trovo nella natura, ma credo che esperienze del genere si possano fare quasi ovunque.
Il pilota di Formula 1 Lewis Hamilton mi ha raccontato ciò che prova quando imbocca una curva a trecento chilometri all’ora; il mondo smette di esistere, una gran calma si impadronisce di lui mentre osserva come alla moviola tutti gli altri concorrenti, il team, le curve della pista…
Provo all’incirca le stesse sensazioni quando attraverso gli oceani durante le intemperie, ma anche quando sono a casa, malgrado le circostanze siano del tutto diverse e non ci siano pericoli: quando una delle mie figlie mi abbraccia, mi sembra che il tempo si fermi e all’improvviso smetto di pensare ad altro.“