“Creare imprese sì può ma serve un’educazione ad hoc”

L’intervento dell’onorevole Anna Ascani alla Camera di commercio di Terni in occasione della presentazione del rapporto Amway sull’imprenditorialità in Italia e nel mondo

“La predisposizione dei miei coetanei verso l’imprenditoria è evidente, tuttavia essa non sempre è supportata dalle conoscenze e dagli strumenti adeguati”. Questa la situazione descritta dall’onorevole Anna Ascani, la deputata democratica umbra (membro della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione alla Camera dei Deputati) durante il convegno organizzato dalla Camera di commercio di Terni per presentare il 6° rapporto Amway sull’imprenditorialità in Italia e nel mondo.

“Negli anni della crisi – ha detto –  si è passati dal cercare un lavoro alle dipendenze di qualcuno, all’idea di doverselo creare un lavoro. La tendenza all’imprenditoria dei giovani rispetto alle generazioni precedenti è un dato positivo da un lato ma testimonia che il mercato del lavoro è cambiato in modo brusco tanto da spingerci (non solo per la ricerca di indipendenza ma anche per la ricerca di sostentamento) a cercare lavoro in un altro modo”.
Mettere a frutto il proprio talento, le proprie attitudini realizzando nuove imprese. Creare, inventare per dare vita ad attività redditizie. In tanti rispondono all’appello.
Bene, anzi benissimo ma chi è pronto a raccogliere la sfida? I trentenni di oggi devono faticare un bel po’ e i più giovani come se la caveranno?
Chi si è trovato catapultato nel mondo del lavoro in questi ultimi anni, è alle prese con due forze contrastanti: da un lato il desidero di dare corpo a un’idea innovativa dall’altro il senso di frustrazione dovuto a una sostanziale mancanza degli strumenti necessari.
LA PROPOPOSTA DI LEGGE La legge 79 del 2012 ha introdotto un’attenzione inedita nei confronti delle start-up e nella creazione di impresa. “Quella legge – ha ricordato Ascani –  sicuramente ha cambiato l’atteggiamento del governo: sono stati stanziati fondi e semplificate le procedure ma oggi ha bisogno di un tagliando perché sé è vero che i risultati positivi ci sono stati, è anche vero che la mortalità di queste start-up è molto alta. Nella proposta di legge che stiamo discutendo in questi giorni non c’è solo attenzione all’offerta c’è attenzione alla domanda. Io credo – ha aggiunto –  che l’atteggiamento del governo debba cambiare in questo senso. Taglio tasse e più incentivi sì ma la novità è far capire a chi vuole fare impresa che non si può agire se non intercettando la domanda. C’è un mondo di giovani che, avendo avuto una formazione non adatta a questo tipo di predisposizione, adesso si trova in difficoltà”.
EDUCAZIONE ALL’AUTOIMPRENDITORIALITA’ “A chi viene dopo – ha tenuto a far notare –  non possiamo permetterci di non dare strumenti adeguati. Di qui nasce l’investimento enorme del Governo con la legge 107 (“Buona scuola”) sull’alternanza scuola lavoro, i laboratori per l’occupabilità e l’educazione autoimprenditorialità. Dal momento che i ragazzi mostrano attitudine in tal senso – ha detto –  noi dobbiamo fornirgli gli strumenti opportuni. Già da scuola occorre intercettare i talenti degli studenti per dar loro la possibilità di spenderli poi nel mercato del lavoro”.

I giovani si vedono imprenditori ma temono di fallire

 

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