Le anomalie emerse a seguito dell’indagine di Cna Umbria su 400 bollette di energia elettrica e gas naturale
Oneri impropri sulle bollette di energia elettrica applicati a oltre l’80% delle imprese; Iva e accisa ordinarie sulle forniture di gas naturale pagate da aziende manifatturiere che avrebbero invece diritto alle aliquote ridotte. Per non parlare dei costi della materia prima.
L’indagine – Emerge tutto questo e altro ancora dall’indagine che Benedetta Tribolati e Elisa Cinfrignini di Cna Umbria hanno condotto su 400 bollette di energia elettrica e gas naturale di altrettante imprese umbre rappresentative, sia per settore di appartenenza che per dimensioni, del tessuto produttivo della regione. 235 le imprese manifatturiere prese in esame, 115 quelle erogatrici di servizi vari, 50 le aziende del settore delle costruzioni, di cui il 95% di micro e piccole dimensioni e il 5% di media grandezza.
Le imprese manifatturiere tra le più colpite – “Le anomalie che emergono sono rilevanti – afferma Pasquale Trottolini -. Sono soprattutto le imprese manifatturiere, specie se di piccole dimensioni, a risultare le più colpite. Infatti, da un’analisi dei contratti e delle bollette sottoscritti sia nel mercato tutelato che in quello libero dell’energia, emerge che nelle condizioni contrattuali applicate a queste imprese, nella maggior parte dei casi vengono disattese le direttive previste dalle normative vigenti. Ci riferiamo al Dpr 633 che regola l’applicazione dell’Iva, al Testo unico delle accise, ma anche a quanto stabilito dall’Aeeg (Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas). L’indagine ha rilevato che solo al 20% delle imprese vengono applicati oneri corretti sulla bolletta elettrica. Non va meglio nei contratti per la fornitura di gas: dell’accisa agevolata beneficiano appena 51 imprese sulle 150 prese in esame. Sia nei contratti di energia elettrica che di gas naturale infine solo al 9% delle imprese manifatturiere viene applicata l’Iva ridotta prevista per esse. Anche il costo che le imprese di piccole dimensioni pagano per la materia prima energetica è sensibilmente più alto rispetto a quello concesso alle grandi aziende. Se consideriamo che la materia prima incide per il 50% sul costo della bolletta ci rendiamo conto cosa significhi questa voce per i bilanci di un’impresa”.
Le segnalazioni – L’indagine Cna è partita per rispondere alla richiesta di sostegno pervenuta dalle imprese socie per riuscire a razionalizzare i costi di produzione, accedere a nuovi mercati, promuovere progetti di innovazione. “Ecco perché Cna è partita da una delle voci di costo più rilevanti, soprattutto per certi tipi di imprese. I risultati dell’indagine – incalza Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria – ci hanno confermato che c’è molto da fare. Innanzitutto in materia di analisi delle condizioni contrattuali applicate alle imprese; di analisi delle bollette specifiche; di verifica della correttezza delle aliquote di Iva e accise applicata e delle penali previste in materia di energia reattiva. Ma ci stiamo muovendo anche sul fronte dei costi della materia prima. Considerando che i costi energetici nel mercato libero diminuiscono all’aumentare dei consumi, ci stiamo muovendo per la costituzione di gruppi di acquisto, sia per l’energia elettrica che per il gas. Crediamo – conclude il direttore regionale di Cna – che aiutare le imprese a razionalizzare e ridurre i costi di produzione e gestione faccia parte di uno dei compiti principali di un’associazione di categoria”.