Per i programmi di tipo turistico, sale a 7,5 milioni la soglia minima per il progetto presentato
Dopo la temporanea sospensione, è di nuovo possibile presentare la domanda per i Contratti di Sviluppo. Lo stop si era reso necessario “Per consentire l’apertura – comunicano da Invitalia – di due distinti sportelli, uno per i programmi di sviluppo turistici e uno per i programmi di sviluppo industriale (compresi i programmi a valere sul regime TPA) e di tutela ambientale”.
Diverse le novità per le imprese. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Ministeriale 14 settembre 2023 diventano infatti operative alcune importanti modifiche.
I nuovi progetti – specificano da Invitalia – prevedono la presenza di non più di 5 imprese tra soggetti proponenti e aderenti, e tra i partecipanti ai contratti di rete, mentre in caso di progetti con più soggetti, gli stessi dovranno essere realizzati in comuni limitrofi o nell’ambito di un singolo distretto turistico.
Le principali innovazioni riguardano però i regimi di tutela ambientale, che sono stati completamente riformati anche alla luce delle modifiche apportate al Regolamento Generale di esenzione (GBER).
Con il nuovo contratto di sviluppo è possibile usufruire degli incentivi a carattere ambientale anche per iniziative finalizzate a:
- introdurre elementi di circolarità nei processi produttivi
- produrre energia rinnovabile per l’autoconsumo
- efficientare gli immobili, oltre che i processi produttivi
Importanti novità, inoltre, anche per i programmi che puntano alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Ulteriori opportunità, nell’ottica della transizione verso un’economia a zero emissioni, saranno introdotte da un successivo provvedimento che, dopo l’approvazione da parte della Commissione europea del relativo regime di aiuti, stabilirà le modalità di presentazione delle domande riguardanti le sezioni 2.6 e 2.8 del Quadro temporaneo, sulla base di quanto previsto dai Titoli II e III del Decreto Ministeriale 14 settembre 2023.
Maggiori informazioni sui contratti di sviluppo