Nei primi tre mesi del 2015 il valore aggiunto agricolo raggiunge un +6%, migliorano, secondo l’analisi condotta da Ismea e Unioncamere, i consumi al dettaglio a livello nazionale ad eccezione di carni, formaggi e salumi
“Se il Pil nazionale ha registrato, nei primi tre mesi del 2015, un incremento dello 0,3%, lo si deve al contributo del settore primario (+6% il valore aggiunto agricolo su base trimestrale) e dell’industria, comprese le costruzioni (+0,6%); resta invece invariato il valore aggiunto dei servizi”
Lo rivelano Ismea e Unioncamere nel Flash Update di AgrOsserva Speciale primo trimestre 2015 appena pubblicato.
Non tutti gli elementi sono positivi – Il contesto generale connotato da molteplici fattori di incertezza, suggerisce, in chiave previsionale, una lettura più prudente del dato sul valore aggiunto in agricoltura, influenzato in questo inizio d’anno dal confronto con un trimestre, l’ultimo del 2014, particolarmente deludente.
La proiezione per l’intera annata 2015 resta comunque positiva per il settore primario, al netto naturalmente della variabile climatica.
La solidità della crescita trova conferma soprattutto nella dinamica sostenuta dell’export agricolo e alimentare, che nel cumulato dei primi quattro mesi 2015 ha accelerato a un +7,2%, migliorando la buona performance già osservata nel primo trimestre.
Bene i consumi – Anche i consumi mantengono un trend positivo, in base agli ultimi aggiornamenti Ismea-Nielsen. Nei dodici mesi terminanti a maggio 2015 le vendite di prodotti alimentari e bevande confezionati (peso fisso) nel canale della distribuzione moderna hanno messo a segno, su base annua, una crescita dello 0,3% (+1,9% nel cumulato dei primi cinque mesi dell’anno). Conferma invece un andamento negativo il valore delle vendite al dettaglio per alcune principali referenze del comparto a peso variabile, in particolare carni, formaggi e salumi.
Più occupati in agricoltura – Sul fronte occupazionale, l’analisi per settore evidenzia che la dinamica positiva di questo primo trimestre è stata determinata soprattutto dalla crescita degli occupati in Agricoltura (+6,2% su base annua) e nel settore dei Servizi (+1%), essendo viceversa diminuito il numero degli occupati nei settori dell’Industria e delle Costruzioni.
Crescono gli indipendenti – Il settore primario, che in termini di occupazione continua a rappresentare il 3,5% del dato nazionale complessivo, nel trimestre di analisi ha visto crescere principalmente la componente degli indipendenti (+7,4% su base annua), a fronte di un aumento più moderato dei dipendenti (+4,9%) determinato dal forte calo al Centro Italia, comunque ampiamente compensato dalla crescita nel resto del Paese.