Conoscere e saper fare, la scuola da sola non basta

A questo punto è chiaro a molti che per crescere e cogliere nuove opportunità è doveroso abbandonare vecchi schemi e lasciare spazio alle sfide del cambiamento

Ma come succede spesso ci si entusiasma immaginando il possibile risultato senza tener conto delle tappe intermedie. Insomma alla voce cosa e come fare per… si procede in ordine sparso, per tentativi ed errori, senza avere le idee chiare… ed ecco si acquisisce qualche nozione sulla digitalizzazione, un’infarinata di social, un po’ di conoscenza delle lingue che non fa mai male…ecc. ecc.

Il ruolo di sostegno e di guida che dovrebbe avere la scuola dell’obbligo, a quanto pare, non è sempre così scontato.

Un recente rapporto Censis­-Eudaimon “boccia” per così dire l’operato dell’attuale sistema scolastico. Dati e percentuali mettono in evidenza una scuola che non promuove il cambiamento e al tempo stesso una profonda distanza tra ciò che succede in classe e quelle che sono le reali dinamiche della società.

Insomma stando all’analisi relativa al periodo 2016-2017, il sistema scolastico italiano non favorisce il salto di qualità degli studenti. Chi è bravo fin dalle medie continuerà ad esserlo anche in futuro, chi ha un rendimento più scarso, in genere sarà destinato a restare indietro e le conseguenze si vedranno poi sulle successive scelte formative e in ambito lavorativo.

Un quadro che lascia quantomeno perplessi.

Ovviamente non si può e non si deve generalizzare. Di studenti che decidono di progredire ce ne sono, così come di famiglie “attente” e di insegnanti “illuminati” in grado di coinvolgere anche i ragazzi meno propensi allo studio.

Capire fin dai banchi di scuola quali siano le proprie attitudini e i propri talenti non è impresa semplice, così come cogliere i mutamenti e possibili approdi del mercato del lavoro tanto da poter optare per un percorso formativo piuttosto che per un altro.

Saper stilare un curriculum vitae mettendo in evidenza esperienze e caratteristiche ad hoc tenendo in mente ad esempio che creatività, capacità di lavorare in team e di risolvere problemi complessi saranno tra le top skills più ricercate nei prossimi anni secondo gli studi World Economic Forum dai quali è emerso anche un altro dato non di poco conto: con l’avanzata dell’automazione, nel 2022 scompariranno 75milioni di posti di lavoro ma se ne creeranno altri 122milioni.

Ed ecco che la formazione dovrà avere sempre più un ruolo strategico.

Uno sprone potrebbe arrivare anche da soggetti esterni. Secondo Censis ed Eudaimon possono rivelarsi molto utili servizi di orientamento in grado di informare i giovani per favorire le scelte migliori: una sfida inedita da includere nei servizi garantiti alle famiglie dei lavoratori dal welfare aziendale.

L’ipoteca sul futuro dei giovani inizia dal percorso scolastico – emerge dal rapporto Censis – Eudaimon. Così il voto ottenuto all’esame di licenza media seleziona rigidamente il percorso scolastico successivo dei ragazzi.

Nell’ultimo anno scolastico solo il 22% di chi ha preso 6 alla licenza media è andato al liceo, gli altri si sono iscritti agli istituti tecnici o professionali.

La quota di ragazzi che scelgono il liceo aumenta al crescere del voto ottenuto all’esame di licenza media: il 40,4% di chi prende 7, il 62,9% di chi prende 8, l’81% di chi prende 9, il 90,9% di chi prende 10 e il 94,2% di chi prende 10 con lode. Considerati gli studenti che hanno conseguito la licenza media nell’anno scolastico 2010/2011, dopo 5 anni tra coloro che hanno preso 6 come voto all’esame finale il 69% non è ancora arrivato al diploma di maturità, come il 37,4% di chi ha preso 7, solo il 16,9% di chi ha preso 8, appena il 6,5% di chi ha preso 9 e il 2,8% di chi ha preso 10 o 10 con lode.

È una selezione rigidissima, che nel percorso formativo successivo smista gli studenti in base al voto e che a cinque anni di distanza si limita quasi sempre a confermare le performance precedenti.

Per Alberto Perfuno, amministratore delegato di Eudaimon “Da questa trappola per i giovani bisogna uscire. Un ruolo importante possono giocarlo le imprese, mettendo a disposizione dei figli dei loro collaboratori strumenti e percorsi dedicati all’orientamento. Penso – sottolinea Perfumo – a soluzioni che stimolino il confronto, che rafforzino la consapevolezza delle potenzialità di ognuno e, in definitiva, aiutino a fare scelte informate. Soluzioni che le imprese più virtuose possono estendere al di fuori dei propri uffici e stabilimenti, e aprire ai ragazzi dei territori in cui opera l’impresa, collaborando a quella novità della scuola italiana chiamata alternanza scuola-lavoro”.

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