Paparelli: “Sono state accolte le richieste di imprese e sindacati per renderel’ ammortizzatore più efficace”
Nel 2015 in Umbria i lavoratori interessati dalla Cig in deroga sono stati 6064 e 6 i lavoratori in mobilità. Le domande sono state 4165
“L’accordo siglato in Regione recepisce le norme nazionali accogliendo anche le ipotesi presentate dalle parti sociali”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale allo sviluppo economico Fabio Paparelli in merito all’intesa raggiunta sulla Cassa in deroga.
Su proposta di Paparelli ,infatti, la Giunta regionale dell’Umbria ha preso atto dell’Accordo 2016 sugli ammortizzatori sociali in deroga sottoscritto, in assessorato, tra Regione Umbria e parti sociali.
E’ prevista la riduzione dei tempi di accesso agli ammortizzatori sociali rispetto a quanto previsto dalla norma nazionale, che passano da 15 a 7 giorni, ciò soprattutto per venire incontro alle esigenze delle piccole imprese ed anche in coerenza con quanto previsto dalla normativa in tema di cassa integrazione ordinaria. “Per quanto riguarda la mobilità in deroga – ha sottolineato l’assessore – questa potrebbe essere concessa a quei soggetti che non possono avvalersi di altri ammortizzatori sociale, un caso tuttavia alquanto improbabile alla luce dell’attuazione della Naspi”.
NEL DETTAGLIO L’accordo tiene conto delle indicazioni previste dal recente quadro normativo, si pone l’obiettivo di rendere più efficace ed efficiente l’utilizzo di questo ammortizzatore sociale, sia relativamente ai tempi di accesso alle risorse che nella destinazione dei fondi di spettanza regionale. “La Legge di stabilità 2016, che stanzia 250 milioni aggiuntivi rispetto a quanto destinato con precedenti norme, prevede infatti – ha ricordato Paparelli – che la durata massima di fruizione della cassa integrazione in deroga non possa essere superiore a tre mesi, mentre la mobilità in deroga non può superare i quattro mesi. Inoltre possono accedere alla CIG in deroga le imprese, comprese le cooperative sociali, che non abbiano accesso agli ammortizzatori ordinari ed i lavoratori che hanno un’anzianità aziendale non inferiore a 12 mesi. La cassa in deroga può essere concessa, in base al decreto ministeriale, solo per situazioni aziendali dovute ad eventi transitori e non imputabili all’imprenditore o ai lavoratori o determinate da situazioni temporanee di mercato, per crisi aziendali, per ristrutturazione o riorganizzazione aziendale. Non può invece essere erogata in caso di cessazione dell’attività “L’intesa – ha poi aggiunto Paparelli – disciplina anche l’utilizzo delle risorse che sono nell’esclusiva disponibilità della Regione. Si tratta di fondi, pari al 5% dello stanziamento ministeriale, finalizzati a situazioni diverse da quelle previste dal decreto del 1 agosto 2014 del ministero che norma le regole per l’acceso agli ammortizzatori sociali. Secondo l’Accordo – ha spiegato l’assessore – queste risorse verranno utilizzate per finanziare: le crisi di rilevanza regionale; le richieste degli studi professionali, qualora compatibili con le norme vigenti nel caso in cui il ricorso presentato da Confprofessioni al giudice amministrativo competente li escluda dal trattamento della CIGS in deroga e le richieste di ammortizzatori, sia per la cassa straordinaria che ordinaria, di cui al Dlgs 148/2015, che hanno incontrato un diniego da parte del Ministero. Una questione – ha detto l’assessore – che è stata sottoposta anche nell’ambito del coordinamento tecnico delle Regioni.
CONTRO L’ESCLUSIONE DEI LAVORATORI “La Cassa in deroga – ha concluso l’assessore – è un ammortizzatore sociale di fondamentale importanza per molte tipologie di imprese e lavoratori, altrimenti esclusi da altre forme di integrazione al reddito. Nel 2015 in Umbria – ha ricordato Paparelli nel corso della firma – i lavoratori interessati dalla CIG in deroga sono stati 6064 e 6 i lavoratori in mobilità. Le domande pervenute sono state 4165, per un impegno massimo di massimo 21,6, di cui 2518 domande autorizzate per 10,2 milioni di euro sulla base delle risorse assegnate ad oggi dal ministero del lavoro”.