“Dopo l’approvazione definitiva della legge per fermare i cibi costruiti in laboratorio nei bioreattori, la battaglia si sposta in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini”. È quanto afferma il Presidente Nazionale della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della manifestazione di agricoltori e allevatori che hanno lasciato campagne e stalle per scendere in piazza per festeggiare l’approvazione da parte della Camera della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali. “Non è la prima volta che facciamo da pionieri in Europa” precisa Prandini nel ricordare che “l’Italia proprio grazie al pressing di una raccolta di firme della Coldiretti è stata il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione Europa con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato”.
La legge sul cibo artificiale è un risultato che tutela la qualità, la salute e i primati Made in Italy con la dieta mediterranea proprio nel giorno del compleanno della sua iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, avvenuta il 16 novembre del 2010.
Anche una folta delegazione di agricoltori umbri, con in testa gli imprenditori di Coldiretti Giovani Impresa, sono scesi in piazza oggi a Roma in occasione del voto finale del Parlamento – ricorda Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria. Il provvedimento varato pone il nostro Paese all’avanguardia – riferisce Agabiti – e trova terreno favorevole anche in buona parte dell’opinione pubblica europea dove si sta diffondendo una nuova consapevolezza circa i pericoli legati a una tecnologia dai contorni oscuri, con molte incognite che rischia di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. Una vittoria di Coldiretti – prosegue Agabiti – con la nostra mobilitazione che nei mesi scorsi ha riscosso migliaia di adesioni anche in Umbria (oltre 2 milioni le firme raccolte a livello nazionale a sostegno del provvedimento), registrando il supporto di Istituzioni e cittadini-consumatori.
Il cibo artificiale – aggiunge il Direttore Coldiretti Umbria Mario Rossi – presentato strumentalmente come opportunità per l’ambiente e per la sostenibilità, agevola uno scenario di omologazione in antitesi al nostro modello produttivo, fondato su qualità, sicurezza e sullo straordinario legame tra cibo e natura. Il “cibo in provetta” rappresenta – conclude Rossi – una minaccia per la nostra tradizione agroalimentare, fatta di storia, salute e qualità, ma anche per i posti di lavoro di tutta la filiera, dal campo alla tavola. Noi siamo schierati a favore di un cibo che sostiene la biodiversità e la valorizzazione delle risorse naturali, preservando il nostro settore primario e le sane tradizioni.