Per l’Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale (Enia) occorre preparare le nuove generazioni a partire da una revisione profonda dei curricula educativi, combinando competenze tecniche con una solida preparazione etica e sociologica
Entro il 2035 circa 6 milioni di lavoratori in Italia potrebbero essere sostituiti dall’intelligenza artificiale. È quanto emerge dal recente studio “Intelligenza artificiale e persone: chi servirà a chi?” condotto da Censis e Confcooperative.
Ma emerge anche la necessità di mettere la persona al centro del modello di sviluppo, con l’Ai al servizio dei lavoratori e non viceversa.
Il Consiglio d’Europa, l’Unesco e l’Ocse stanno portando avanti iniziative per promuovere la cooperazione globale sull’Ai, fornendo risorse e linee guida per un uso responsabile e in linea con i diritti umani:
- Il portale internazionale Globalpolicy.AI che raccoglie dati, ricerche e buone pratiche sulla governance dell’intelligenza artificiale, mira a supportare i responsabili politici e il pubblico nel comprenderla e gestirla in modo responsabile, garantendo il rispetto dei diritti umani.
- Il Consiglio d’Europa ha adottato il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante sull’Ai, che stabilisce un quadro normativo per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale rispettino i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto. Il trattato copre l’intero ciclo di vita dei sistemi di automazione e promuove un’innovazione responsabile.
Di etica e cautela per ciò che riguarda l’automazione nella vita di tutti i giorni e nel mondo del lavoro, parlano anche i ricercatori Barto e Sutton, vincitori del Turing 2025.
“La crescente integrazione dell’Ia nella società solleva importanti questioni sociali. La paura di perdita di posti di lavoro, i rischi per la privacy e l’etica delle decisioni automatizzate, sono fattori critici che rimangono vivi. La sfida consisterà nel bilanciare i benefici tecnologici con l’impatto sociale, assicurarsi che l’adozione dell’IA avvenga in modo equo e responsabile” – Enia (Ente Nazionale per l’Intelligenza Artificiale) – dal post linkedin pubblicato all’indomani dell’assegnazione del premio Toring
Secondo l’Enia è l’accessibilità e la comprensione di questo nuovo strumento da parte del pubblico, rimane l’aspetto più importante. La formazione e l’educazione pertanto, assumono un ruolo fondamentale in questo scenario. Per l’ente nazionale per l’intelligenza artificiale, preparare le nuove generazioni a collaborare e convivere con l’intelligenza artificiale, richiede una revisione profonda dei curricula educativi, combinando competenze tecniche con una solida preparazione etica e sociologica.
Unire competenze tecniche, valoriali e personali consentirà di affrontare un’inarrestabile trasformazione, cogliendone opportunità e vantaggi.
Da una lato dunque la formazione per acquisire COMPETENZE TECNICHE come:
- Data analysis: capacità di leggere, interpretare e lavorare con i dati, fondamentale per comprendere e applicare l’intelligenza artificiale.
- Programmazione e sviluppo software: conoscenze in linguaggi come Python, R o Java per lavorare con algoritmi e sistemi di automazione.
- Machine Learning: familiarità con i concetti base del machine learning, come modelli predittivi e reti neurali.
- Cloud computing: conoscenze di piattaforme come AWS, Microsoft Azure o Google Cloud.
- Automazione dei processi: comprendere i sistemi di automazione come RPA (Robotic Process Automation).
- Cybersecurity: l’uso dell’Ai comporta rischi di sicurezza, quindi avere competenze in questo campo è un grande vantaggio.
Ma è altrettanto importante coltivare le cosiddette SOFT SKILL (attitudini trasversali)
- Adattabilità e flessibilità: per essere pronti a imparare e cambiare rapidamente approccio.
- Pensiero critico: saper analizzare i problemi da prospettive diverse per prendere decisioni informate.
- Creatività: capacità di ideare soluzioni innovative utilizzando l’intelligenza artificiale in modi nuovi ed efficaci.
- Collaborazione: lavorare con team multidisciplinari, integrando competenze umane e tecnologiche.
- Intelligenza emotiva: avere la capacità di comprendere e gestire emozioni, essenziale per interagire in un ambiente di lavoro che cambia rapidamente.
- Orientamento al problem-solving: focalizzarsi su soluzioni pratiche e affrontare le sfide in modo proattivo.
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