Agroalimentare, dall’export una spinta decisiva

Rapporto “AgrOsserva” sul II trimestre 2015
Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano
Le principali evidenze del 2015 e i numeri del 2014

I consumi delle famiglie, dopo un avvio d’anno positivo, cedono il passo (-0,2%)
Rallenta l’agroalimentare italiano nel secondo trimestre del 2015, dopo l’evoluzione positiva osservata a inizio anno. Mentre l’export continua ad avanzare a ritmi sostenuti, rilevano Ismea e Unioncamere nel consueto appuntamento con  AgrOsserva, l’OsservatorioIsmea-Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano, la debolezza della domanda interna sta avendo marcati riflessi sull’industria alimentare, le cui vendite dipendono per tre quarti ancora dal mercato domestico.

Produzione e vendite – Sul fronte industriale, infatti, sia la produzione –  in frenata del 2,8% ad aprile, dello 0,5% a maggio e dell’1,3 a giugno su base annua – sia le vendite (in calo nel bimestre aprile-maggio rispettivamente del 4,6% e dello 0,3%) sembrano avere invertito la rotta rispetto alla dinamica positiva evidenziata sino a marzo. 

Esportazioni – Ancora sostenute dal deprezzamento dell’euro, le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani migliorano invece la perfomance già positiva dei mesi precedenti, con un solido più 7,1% nei primi 5 mesi dell’anno. Da segnalare il contributo particolarmente positivo dell’agricoltura che avanza all’estero dell’11,8% a fronte di un incremento più contenuto dell’industria  alimentare (+6%).

Consumi – Relativamente ai consumi, i dati Ismea-Nielsen confermano un peggioramento del quadro generale evidenziato a inizio anno.  Il primo semestre chiude con una flessione degli acquisti delle famiglie dello 0,2% su base annua, per effetto della contrazione del segmento dei non confezionati (-3,2%) in parte mitigata dall’incremento dell’1,5% dei prodotti e bevande a peso fisso.

 

LE PRINCIPALI EVIDENZE 2015

• Export agroalimentare: +7,1% su base annua, nei primi 5 mesi del 2015
• Export totale nazionale: +4,1% su base annua, nei primi 5 mesi del 2015
• Occupazione agricola: +6,2% su base annua, nel primo trimestre 2015
• Occupazione totale: +0,6% su base annua, nel primo trimestre 2015 (dato mensile di giugno,: -0,1% rispetto a maggio 2015; -0,2% su base annua)
• PIL Italia: +0,3% su base trimestrale, nel primo trimestre 2015 (stime per intera annata 2015: +0,7% Fmi e Istat)
• Valore aggiunto (PIL) agricoltura: +6% su base trimestrale, nel primo trimestre 2015 (+0,2% su base annua)
• Costi di produzione agricoli: +0,2%, su base annua, nel secondo trimestre 2015, (+0,6% rispetto al primo trimestre 2015)
• Prezzi dei prodotti agricoli: +0,8% su base annua nel secondo trimestre 2015 (-2,6% rispetto al primo trimestre 2015)
• Consumi alimentari: -0,2%, in valore, nel primo semestre del 2015 su base annua (sintesi del +1,5% del food confezionato e del -3,2% del non confezionato)
• Inflazione Istat: +0,5% nel secondo trimestre su base trimestrale; Alimentari: +0,1%; Bevande e Tabacchi: +0,9%
• Imprese: 12.385 imprese agricole in meno su base annua (-1,6%); l’industria alimentare aumenta di 815 unità (+1,2%).

I NUMERI DEL 2014

Variazioni su base annua (2014/2013)

• PIL Italia: -0,4%
• Valore aggiunto (PIL) agricoltura: -2,2%
Il valore aggiunto agricolo è ammontato nel 2014 a 31,6 miliardi di euro, rappresentando il 2% del Pil
• Prezzi dei prodotti agricoli: -5,9% (Indice Ismea 2010=100). L’agricoltura svolge un contributo ampiamente deflativo rispetto ad un’inflazione media 2014 del +0,2% (Indice prezzi al consumo Istat).
• Costi di produzione agricoli: –0,8% (Indice Ismea 2000=100)
• Export agroalimentare: +2,4% (34,3 miliardi di euro); +1,8% nella Ue; +3,8% nei Paesi extra-Ue
 Export totale nazionale: +2,0%
• Occupazione agricola: +1,6%
• Occupazione totale: +0,4%
• In Italia la crescita degli occupati è stata più attenuata rispetto a quella media della Ue18.
• Consumi alimentari +0,1% valori correnti (food confezionato, vendite alimentari al dettaglio: dati Ismea-Nielsen).
• Imprese: 19.035 imprese agricole in meno (-2,5%); l’industria alimentare aumenta di 691 unità (+1%).

 

Allineati ai dati macro del settore agroalimentare sono i giudizi delle imprese che emergono dalle indagini qualitative condotte da Ismea sul clima di fiducia. Per le imprese di prima e seconda trasformazione, l’indice di fiducia si conferma positivo anche nel secondo trimestre del 2015 e in lieve (e ulteriore) crescita sui tre mei precedenti, grazie alle attese favorevoli sulla produzione correlate al buon andamento della domanda estera. Nel settore primario, al contrario, il sentiment rimane negativo e registra un lieve peggioramento nel confronto con i primi tre mesi dell’anno, con un deterioramento più evidente tra le aziende del comparto zootecnico, alle prese con un marcato calo di reddività.

Secondo le rilevazioni dell’ismea, i listini zootecnici hanno subito infatti, nel secondo trimestre del 2015, una riduzione del 9% su base annua, che risulta tuttavia ampiamente compensata dall’aumento dell’11,7% delle produzioni vegetali.  Sull’incremento dell’indice delle coltivazioni, sottolinea l’Istituto, incide molto il forte apprezzamento degli oli di oliva e le oscillazioni dei prodotti di stagione (ortaggi e frutta fresca), mentre semi oleosi, vini, cereali e piante industriali hanno accusato flessioni anche di un certo rilievo.

Le imprese – Segnali incoraggianti sul fronte delle imprese. Il settore agricolo, con 3.177 imprese in più tra aprile e giugno, registra il saldo migliore degli ultimi anni. Bisogna risalire infatti al 2010, quando il settore ha fatto segnare +1.195 imprese, per ritrovare una dinamica di iscrizioni e cessazioni che anche solo lontanamente si avvicini a quella di quest’anno. In termini relativi, lo stock delle imprese agricole è cresciuto dello 0,4%, portando il totale delle imprese registrate, al 30 giugno di quest’anno, al valore di 748.083 unità.
Arrivano segnali positivi anche sul fronte dell’industria alimentare. Lo stock di imprese registrate è infatti aumentato, tra aprile e giugno, di 362 unità, per un totale di 69.511 imprese. Il saldo trimestrale continua pertanto ad essere positivo, ma di entità leggermente inferiore rispetto a quelli rilevati nei secondi trimestri degli anni precedenti. In termini percentuali, si registra un incremento congiunturale pari allo 0,5%, a fronte del +0,6% riscontrato nello stesso periodo del 2014 e del +0,7% del 2013.

Quanto alle prospettive per il resto dell’anno, il deprezzamento dell’euro contro il dollaro dovrebbe garantire un ulteriore consolidamento dell’export, specie se sarà varata in Usa l’attesa stretta sui tassi di interesse. Di contro la proroga delle sanzioni occidentali verso la Russia e il conseguente prolungamento dell’embargo di Mosca sulle importazioni europee continuerà a penalizzare soprattutto le esportazioni di carni e salumi, formaggi e prodotti ortofrutticoli. Le condizioni di pressione dell’offerta sui circuiti europei, che stanno caratterizzando diversi comparti produttivi, potrebbero continuare a tenere a freno i listini, ripercuotendosi negativamente sulla redditività delle imprese, alleviate solo in parte da un alleggerimento dei costi di produzione. Da rilevare, infine, la situazione di particolare depressione che sta caratterizzando il mercato delle materie prime (commodity agricole comprese), e che potrebbe proseguire dato il nuovo corso ribassista del prezzo del petrolio (sotto i 50 dollari/barile nei primi giorni di agosto).

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