Figure professionali emergenti. Gli enti formativi provano a tenere il passo proponendo corsi sempre più specifici
Il mondo del lavoro richiede figure professionali spesso difficili da reperire. È chiaro a tutti che i cambiamenti sociali e l’innovazione tecnologica hanno subito un’accelerazione vertiginosa.
Non è sempre facile mantenere il passo. Il risultato è che si è impreparati, o forse, si potrebbe dire, diversamente preparati o comunque inadeguati rispetto a ciò che è effettivamente richiesto.
Ed ecco che per correre ai ripari molti enti formativi pubblici e privati propongono un’articolata offerta di corsi per formare figure professionali che più di altre potrebbero avere ‘chance’ occupazionali. Spesso si tratta di iter gratuiti per i giovani, per gli adulti non sempre.
Così accade che accanto al corso per diventare dei bravi agenti immobiliari spunta il master per i futuri cloud architect, come quello in partenza alla fine di novembre 2017 all’Iter (Innovazione Terziario) di Perugia.
“Si tratta – spiegano dall’ente formativo – di una delle professioni più ricercate dal mondo del lavoro, il cloud architect è un professionista specializzato nella gestione dei sistemi informatici e cloud computing, in grado di progettare e costruire ambienti cloud scalabili e resilienti che si adattino il più possibile alle esigenze di business di un’impresa. A fronte di una richiesta che si preannuncia esponenziale, come discusso nel piano nazionale Industria 4.0 – sottolineano – è necessario che ci sia la giusta formazione del profilo professionale” attualmente ci sono 15 posti disponibili, per le iscrizioni c’è tempo fino al 10 novembre 2017.
Sul versante della green economy invece da GreenItaly 2017, l’ottavo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, emerge che i green jobs (ingegneri energetici o agricoltori biologici, piuttosto che esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici o installatori di impianti termici a basso impatto, ecc.): nell’area aziendale della progettazione e della ricerca e sviluppo, rappresentano il 60% delle assunzioni previste per il 2017.
Anche l’Umbria potrà avere la sua parte sebbene risulti attualmente al quart’ultimo posto a livello nazionale per numero di imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel periodo 2011-2016 e/o investiranno nel 2017 in prodotti e tecnologie green.