Tra gennaio e marzo 16mila imprese in meno, tengono le società (+0,9%), migliorano i risultati degli artigiani (-0,8%)
Crescono i servizi in flessione commercio, costruzioni e agricoltura
E’ questa la dinamica che emerge dalla lettura dei dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese italiane all’inizio di quest’anno, diffusi da Unioncamere – InfoCamere.
Da gennaio a marzo, è cresciuto il numero delle nuove imprese che, nel complesso, sfiorano quota 116mila, il valore più alto in assoluto dei primi trimestri degli ultimi quattro anni. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso è tornato però a salire anche il numero delle imprese cessate che, quest’anno, ha toccato le 131.345 unità. Conseguentemente il saldo fra iscrizioni e cessazioni è risultato negativo per 15.606 unità, in peggioramento rispetto al I° trimestre del 2016 e in controtendenza dopo un triennio in cui il bilancio trimestrale delle imprese – pur mantenendosi sempre in campo negativo – aveva mostrato segnali di progressivo recupero .
Il primo trimestre si conferma in rosso anche per le imprese artigiane (-10.942 unità il saldo), ma la riduzione della base imprenditoriale è la più contenuta dell’ultimo decennio, conseguenza diretta di un numero di cessazioni sceso sotto la soglia delle 40mila unità, anch’esso il valore più basso fatto registrare negli ultimi dieci anni nell’universo artigiano. Complessivamente il totale delle imprese presenti nei registri camerali alla fine di marzo risulta pari a 6.038.746 unità, di cui 1.327.006 artigiane.
IVAN LO BELLO “Nonostante le difficoltà cresce la voglia di fare impresa degli italiani. Ma occorre accompagnare la nascita di queste nuove realtà imprenditoriali affinchè possano nascere più forti e crescere prima”. E’ il commento del presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, che aggiunge “la riforma delle Camere di commercio ci ha affidato una funzione specifica in tema di creazione di impresa e start up, un impegno che intediamo portare avanti intensificando i nostri sforzi per sostenere nel concreto la crescita del nostro sistema produttivo.”
LA SITIAZIONE A PERUGIA “Nel primo trimestre 2017 – comunicano dalla Cmera di commercio di Perugia – si confermano le posizioni di un anno fa, con lo stock complessivo di imprese registrate in provincia di Perugia al 31 marzo 2017 che raggiunge quota 72.661 unità, con flessione limitata a un – 0,2% rispetto al I trimestre 2016.
Nei primi 90 giorni del 2017 in provincia di Perugia sono nate 1.240 nuove imprese, contro le 1.605 che invece sono cessate.
Il saldo è in rosso per 365 unità, ma va notato che, tradizionalmente, questo dato risulta influenzato negativamente da elementi tecnico-statistici, dovuti alla stagionalità del fenomeno.
Le ditte individuali restano le più numerose tra le nuove iscritte (6 su 10), ma sono anche quelle che cessano con maggiore frequenza: quasi 7 imprese cessate su 10 sono Ditte Individuali. Per la prima volta le società di capitali superano le Società di Persone: 16.522 unità, contro 16.331.
Scende la densità delle imprese nei settori del manifatturiero ( – 1%), del commercio (-1%), delle costruzioni ( – 1,7%) e dei trasporti e magazzinaggio (-1,1%).
Positivi i risultati dell’agricoltura, +0,4%, che inverte una striscia negativa che durava da 5 anni, del settore alloggio e ristorazione, + 0,6%, quinto risultato positivo in cinque anni.
In crescita i settori del blocco sanità e assistenza sociale (+5%), istruzione (+2,3%), attività professionali (+0,6%), attività artistiche, sportive, intrattenimento (+1,3%). Artigianato ancora in difficoltà. Nel I trimestre 2017, le imprese artigiane si riducono in provincia di Perugia a 16.492 unità, con un saldo nuovamente negativo di 162 unità, tra imprese nate (302) e cessate (464).
LA SITUAZIONE A TERNI Nel primo trimestre del 2017 in provincia di Terni sono state 420 le nuove iscrizioni in Camera di commercio e 538 le cessazioni al netto delle cancellazioni d’ufficio. La differenza tra iscrizioni e cessazioni nette ha come risultato un saldo negativo di 118 unità e il tasso di crescita imprenditoriale risulta pertanto negativo dello 0,55% mentre a livello regionale il tasso è pari a – 0,51% – comunicano del locale ente camerale.
A livello settoriale il comparto che evidenzia la performance migliore è il commercio: nel primo trimestre raggiunge le 86 iscrizioni a fronte però di un saldo negativo di 56 unità imprenditoriali determinato da 142 cessazioni. Anche l’agricoltura e le costruzioni mostrano problematiche importanti, il saldo è rispettivamente di -45 e -56 imprese.