L’intervento per presidente di Coldiretti Umbria, Albano Agabiti
Storico via libera all’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari che pone finalmente uno stop all’inganno del falso Made in Italy, tutelando consumatori e imprese in nome della trasparenza, contro l’omologazione. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Umbria Albano Agabiti in riferimento alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017 del decreto Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011. Un provvedimento – sottolinea Agabiti – fortemente sostenuto dalla Coldiretti che rappresenta un importante segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario. Un’ottima notizia anche per oltre mezzo milione di umbri, visto che il 61,4% dei cittadini sopra i tre anni della regione consuma latte almeno una volta al giorno, con quasi un umbro su cinque (18,6%) che consuma formaggio almeno una volta al giorno, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat.
Il provvedimento riguarda – sottolinea Coldiretti – l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari e prevede l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture:
a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte;
b) “Paese di condizionamento o di trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.
Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate – precisa Coldiretti – le seguenti diciture: “latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di più Paesi situati al di fuori dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi non UE» per l’operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non UE» per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Il provvedimento entrerà in vigore pienamente dopo novanta giorni dalla pubblicazione avvenuta il 19 gennaio anche se sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte delle confezioni con il sistema di etichettatura precedente. Il prossimo passo – sostiene Coldiretti – è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e già inviato alla Commissione Europea.
In Umbria, secondo elaborazioni Coldiretti, la produzione lattiera ammonta a circa 600 mila quintali annui. La produzione di latte di vacca, pecora e capra vale circa il 14 % della PLV della zootecnia umbra e il 6% di quella agricola totale regionale. Sono circa 150 le aziende con vacche da latte con circa 10 mila capi, oltre 1000 quelle caprine e ovine con produzione da latte.
L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l’indicazione origine E quelli senza
Carne di pollo e derivati Salumi
Carne bovina Carne di coniglio
Frutta e verdura fresche Carne trasformata
Uova Frutta e verdura trasformata
Miele Derivati del pomodoro diversi da passata
Passata di pomodoro Concentrato di pomodoro e sughi pronti
Latte/Formaggi Derivati dei cereali (pane, pasta)
Pesce Riso
Extravergine di oliva
Fonte: Elaborazioni Coldiretti