I vincitori del Premio Turing 2025, mettono in guardia dai potenziali rischi a livello sociale dovuti a uno sviluppo tecnologico troppo rapido
Il Premio Turing, considerato il “Nobel dell’informatica”, è stato assegnato quest’anno ad Andrew Barto e Richard Sutton, due figure di rilievo nell’ambito dell’intelligenza artificiale. I due ricercatori, infatti, si sono distinti per i loro contributi, considerati pionieristici, nell’apprendimento per rinforzo, una tecnica ispirata agli studi sul comportamento animale che consente ai computer di apprendere dall’esperienza tramite un sistema di ricompense.
Sottovalutato inizialmente, il loro lavoro è adesso ritenuto rivoluzionario
Andrew Barto, professore emerito all’Università del Massachusetts Amherst, e Richard Sutton, professore all’l’Università di Alberta in Canada, hanno collaborato per decenni, ispirando generazioni di ricercatori. Le loro ricerche hanno posto le basi per un futuro in cui l’Ai può essere sia potente che responsabile, continuando a influenzare l’evoluzione del settore.
Il lavoro che hanno portato avanti, inizialmente poco considerato, è oggi riconosciuto come fondamentale nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. L’apprendimento per rinforzo è alla base di applicazioni innovative come AlphaGo e ChatGPT, utilizzato in settori come la robotica, i giochi e l’ottimizzazione finanziaria. Il loro libro del 1998, Reinforcement Learning: An Introduction, resta tutt’oggi un testo di riferimento per studiosi e non solo.
Visione etica e cautela nello sviluppo dell’IA
Oltre ai risultati scientifici, Barto e Sutton hanno messo in guardia dai rischi legati all’adozione non regolamentata dell’Ai, sottolineando l’importanza di testare accuratamente i sistemi prima del loro rilascio, evidenziando possibili ripercussioni negative di uno sviluppo tecnologico troppo rapido.
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