È stato presentato a Perugia, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, Patrono degli animali, il “Progetto di Filiera della Chianina” della Coldiretti regionale, per valorizzare il settore zootecnico e un comparto simbolo del Made in Umbria agroalimentare.
Un’iniziativa – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Umbria Albano Agabiti – che vuol porre le basi per un potenziamento dell’allevamento emblema del nostro territorio, ma che intende estendere gli obiettivi di crescita a tutta la zootecnia, che vale più di un terzo della Produzione Lorda Vendibile agricola regionale. Un’azione mirata a coinvolgere mondo della ristorazione, delle aziende agricole e agrituristiche, dell’horeca e della GDO, nella valorizzazione della carne locale e nella promozione delle eccellenze di un intero territorio, anche fuori dai confini regionali. Un progetto – ha precisato Agabiti – che al di là degli interventi immediati e straordinari comunque necessari fin da subito, per porre un argine al crollo dei prezzi, all’aumento dei costi e ai problemi di mercato, potrà rappresentare la base con cui costruire più misure collegate all’interno del C.S.R., dando vita ad un’auspicata svolta economica e strategica, rendendo la filiera più organizzata, efficiente, più sostenibile ed integrata con l’intero circuito economico. Un lavoro – ha precisato Agabiti – che stiamo portando avanti da tempo con Anabic (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne) e con l’Associazione Allevatori Umbria Marche.
Nel corso dei nostri incontri territoriali con gli allevatori che proseguiranno anche nei prossimi giorni – ha riferito Anna Chiacchierini, Presidente Coldiretti Perugia e Responsabile regionale settore zootecnico Coldiretti – abbiamo cercato di individuare le varie esigenze delle imprese che puntano ad una giusta remunerazione del prodotto e su cui abbiamo costruito questo primo progetto per la chianina, da estendere a tutto il comparto. Tra gli obiettivi, quello di rinsaldare i rapporti della filiera con i vari soggetti portatori d’interesse, e quello di arrivare, tra l’altro, ad un utilizzo convinto della carne umbra nei piatti della nostra cucina locale, perno di un’autentica ospitalità turistica sempre più apprezzata. Eccellenze, come ambasciatrici del territorio e del lavoro degli imprenditori agricoli. La chianina in Umbria – ha ricordato Chiacchierini – conta 16.734 capi allevati in 535 allevamenti iscritti al Libro Genealogico dell’ANABIC, prima Regione in Italia per allevamenti e capi. Un comparto che alimenta economie circolari e alla base anche dell’agricoltura biologica, con un sistema di allevamento che per sicurezza e qualità non ha eguali al mondo.
La rete zootecnica regionale – ha sottolineato il Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi – oltre alla rilevanza economica e occupazionale, continua a rivestire un ruolo sociale e ambientale, contro lo spopolamento delle aree rurali e per la difesa del territorio e della biodiversità, così come per la sicurezza alimentare. Le difficoltà attuali – ha ribadito Rossi – riguardano tutta la zootecnia a cominciare dagli allevamenti di chianina (IGP) alle prese con l’aumento dei costi di gestione, la diminuzione dei prezzi riconosciuti alle aziende, calo dei consumi e difficoltà nell’accesso al credito. Un’emergenza economica che mette a rischio la sopravvivenza delle imprese, da qui il nostro impegno – ha affermato Rossi – per favorire, oltre ad un giusto prezzo agli allevatori, la loro aggregazione nella fornitura di prodotto, la promozione verso nuovi mercati e la logistica, ma anche investimenti per migliorare la genetica e la qualità degli animali, così come l’innovazione delle aziende. “Una zootecnia dell’Umbria per l’Umbria”, che valorizzi la riconosciuta strategicità del comparto per tutta la collettività.
Un progettoquello di Coldiretti che va nella giusta direzione – ha evidenziato il Vicepresidente della Regione Umbria e Assessore regionale all’Agricoltura Roberto Morroni. Abbiamo dato vita nei mesi scorsi – ha proseguito Morroni – ad un tavolo per la zootecnia umbra, per conoscere i fabbisogni del settore e quali filiere attivare, in aggiunta a quelle già messe in campo. Nel ricordare l’importanza dell’aggregazione tra le imprese, della qualità, dell’innovazione e della ricerca, Morroni ha evidenziato come, per affrontare le sfide dei prossimi anni, occorra essere capaci di utilizzare per intero le importanti risorse a disposizione per il settore primario.
Un progetto di filiera interessante con varie sfaccettature -ha sottolineato Paola Agabiti, Assessore regionale al Turismo, nel suo intervento. È necessario – ha aggiunto Agabiti – riuscire a coinvolgere tutti i soggetti della filiera, ascoltando le esigenze delle imprese per arrivare ad un obiettivo, quello di promuovere tutte le eccellenze regionali come quelle agroalimentari. Dobbiamo cercare di tutelare la redditività delle imprese e la promozione è uno degli strumenti necessari.